Alla prima conferenza internazionale sull’acqua da decenni, il segretario generale Onu prova a sferzare gli stati e stimolare la loro ambizione. Ma finora ha raccolto solo poche promesse vaghe
La Conferenza Onu sull’acqua si tiene a New York dal 22 al 24 marzo
(Rinnovabili.it) – L’acqua è “la linfa vitale dell’umanità” oltre che un diritto umano. Ma il mondo la sta prosciugando “attraverso un sovraconsumo vampirico e un uso insostenibile”. E la sta facendo evaporare “attraverso il riscaldamento globale”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, aprendo la tre giorni di UN 2023 Water Conference, la conferenza Onu sull’acqua che si sta svolgendo a New York. È la prima conferenza internazionale sull’acqua da decenni.
Le priorità della conferenza Onu sull’acqua
“Abbiamo interrotto il ciclo dell’acqua, distrutto gli ecosistemi e contaminato le falde acquifere”, ha continuato Guterres ricordando alcuni dei dati più rilevanti per inquadrare la dimensione della crisi idrica di oggi. Complice anche il cambiamento climatico, quasi tre disastri naturali su quattro sono legati all’acqua. Inoltre, una persona su quattro vive senza servizi idrici gestiti in modo sicuro o acqua potabile e oltre 1,7 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici di base.
Come cambiare rotta? La priorità è cancellare le disuguaglianze che dipendono dalla gestione dell’acqua. “I governi devono sviluppare e attuare piani che garantiscano un accesso equo all’acqua per tutte le persone, conservando al contempo questa preziosa risorsa”, sottolinea il diplomatico portoghese. Secondo: investire massicciamente nei sistemi idrici e igienico-sanitari. Anche grazie a riforme dell’architettura finanziaria globale per favorire gli interventi di sviluppo sostenibile. E ancora: mettere la resilienza al centro e lottare contro la crisi climatica.
La presa di posizione del numero 1 del Palazzo di Vetro dovrebbe accompagnare e ispirare le delegazioni nazionali che partecipano alla conferenza Onu sull’acqua. In realtà, il formato dell’evento non è pensato per produrre cambiamenti davvero trasformativi. Invece di finire con l’adozione di un documento comune con impegni e principi, prevede solo che i paesi annuncino i loro impegni volontari (senza alcun obbligo di rispettarli).
Finora non è andata bene. Secondo i ricercatori del World Resources Institute, “alcuni impegni offrono ispirazione, molti di essi mancano il bersaglio” perché non hanno coperture finanziarie, non fissano obiettivi quantificabili da raggiungere, o non affrontano il nodo della crisi climatica.