Un gruppo di ricercatori dell'Università di Chicago ha trovato un modo per aumentare del 50% l'estrazione dell'acqua dall'umidità atmosferica
Nasce il MOF-LA2-1, per aumentare la produzione di acqua dall’aria
(Rinnovabili.it) – Ottenere acqua dall’aria non è più una novità. Mentre le temperature mondiali continuano a salire e gli effetti della siccità si fanno più profondi in molte parti del mondo, la ricerca sta affinando un piano B. Un piano fatto di soluzioni e tecnologie per garantire l’approvvigionamento idrico anche in condizioni di estrema aridità e in cui la produzione di acqua potabile dall’umidità atmosferica ricopre un ruolo primario.
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In questo campo i primi grandi risultati si sono raggiunti nel 2017, quando i chimici dell’Università della California a Berkeley avevano dimostrato per la prima volta l’efficienza delle strutture metallorganiche (conosciute con il termine inglese di MOF – metal organic frameworks) nel catturare rapidamente l’acqua atmosferica; consentendone ovviamente la condensazione e la raccolta ai fini del consumo umano. Da allora a oggi gli studi ne hanno migliorato struttura e prestazioni. Il materiale più avanzato per questo scopo è il MOF-303 a base di alluminio. Messo alla prova nel deserto del Mojave, MOF-303 può catturare circa tre tazze d’acqua per kg al giorno.
Ora, i ricercatori dell’Università di Chicago hanno trovato un modo per estrarre ancora più acqua utilizzando strutture metallorganiche con un volume dei pori maggiori. Il merito va alla Prof.ssa Laura Gagliardi che assieme al suo team ha cercato di comprendere meglio come il materiale funzioni a livello atomico attraverso metodi teorici e computazionali. Un lavoro che ha portato alla progettazione di un nuovo MOF ottimizzato capace di assorbire il 50% in più di acqua dall’aria rispetto alla versione precedente. Il materiale – chiamato MOF-LA2-1 – verrà incorporato in un dispositivo dimostrativo per testarne la resa.
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“È una vera svolta”, ha detto Gagliardi. “Dimostra che la teoria, la modellazione e la previsione possono guidare nuovi esperimenti e nuove tecnologie”. La ricerca è stata pubblicata su ACS Central Science (testo in inglese).