Negli Stati Uniti la contaminazione è vicina al 95%, in Europa supera il 70%. Le microplastiche trasportano batteri e sostanze tossiche, come arginare il fenomeno?
Ormai le microplastiche sono arrivate dovunque
(Rinnovabili.it) – Microscopiche, invisibili, dannose fibre di plastica scendono dai rubinetti di tutto il pianeta, e gli scienziati ora sono chiamati a valutare quali ripercussioni sulla salute delle persone possono avere questi contaminanti. La scoperta è contenuta in un’inchiesta del portale di giornalismo investigativo Orb Media, che si è appoggiato a consulenti ed esperti per la raccolta e l’analisi delle acque potabili in cerca di queste microplastiche.
I ricercatori della School of Public Health dell’Università del Minnesota hanno esaminato 159 campioni provenienti da tutto il mondo, inclusi paesi come Uganda, Ecuador e Indonesia. I risultati mostrano la diffusione capillare della contaminazione, facendo un passo avanti rispetto ai lavori finora pubblicati. In precedenza, infatti, quasi tutte le ricerche scientifiche si sono concentrate sull’inquinamento da microplastiche negli oceani e nei laghi. Nessuno aveva pensato ancora di mappare su così vasta scala le acque del rubinetto.
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L’inchiesta rivela che il tasso di contaminazione più elevato supera l’80%. Il primato è degli Stati Uniti (94%), con fibre di plastica trovate nelle acque di quasi tutti i rubinetti, compresi gli edifici del Congresso, la sede dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) e la Trump Tower a New York. A completare il podio dei grandi inquinati sono Libano e India. In Europa invece si è registrato un inquinamento minore, in particolare in Regno Unito, Germania e Francia, ma si tratta comunque di percentuali allarmanti: nel 72% dei campioni, infatti, le microplastiche erano presenti. Il numero medio di fibre presenti in ogni campione da 500 ml variava da 4.8 negli Stati Uniti a 1.9 nel vecchio continente.
Se la presenza di questi materiali minuscoli è rilevabile, non si può dire lo stesso delle nanoparticelle, non misurabili con gli strumenti di analisi adottati per l’inchiesta, capaci di mappare corpuscoli sopra i 2,5 micron. Ma è molto probabile che siano presenti anch’esse. La loro taglia permette la penetrazione nella cellula, e ciò significa che possono l’ingresso negli organi è molto probabile: un fatto estremamente preoccupante. Le microplastiche sono note infatti per contenere e assorbire batteri e sostanze chimiche tossiche poi rilasciati nel corpo degli organismi viventi.