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Acqua, energia, rifiuti: da questi settori fino a 100mila nuovi green job

Utilitalia lancia la sua strategia per lo sviluppo sostenibile: un piano di investimenti da 50 miliardi nei prossimi 5 anni nei settori dei servizi per crescere in linea con il nuovo green deal

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(Rinnovabili.it) – Investire nel settore dei servizi puntando sulla sostenibilità permetterebbe di creare in Italia fino 100mila nuovi posti di lavoro (green job) tra occupazione diretta ed indotto. Il come lo spiega Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, nel corso della sua Assemblea generale a Roma.

Acqua, energia e rifiuti sono i principali settori su cui si dovrà confrontare la crescita verde nazionale e sono allo stesso tempo quelli che oggi hanno più bisogno di una programmazione a lungo termine e piani di investimenti. In questo contesto Utilitalia ha presentato la sua strategia per allineare tali comparti a quel “patto verde” citato non solo a livello italiano ma anche comunitario. Una strategia che necessita, però, a monte di condizioni di trasparenza, stabilità e rigorosa applicazione delle norme.

 

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“Dare concretezza al green new deal è tra le nostre priorità  e ciò sarà possibile con un’azione congiunta con il Governo, cui non si chiedono fondi ma semplificazione normativa e azioni per supportare gestioni più efficienti dei servizi – ha spiegato il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti – Bisogna favorire lo snellimento delle procedure autorizzative, riconfigurare lo schema della gestione diretta dei comuni e i ritardi nello sviluppo di un approccio industriale ai servizi pubblici locali. Vanno inoltre evitate misure che creino inutile incertezza per quegli operatori che già investono e che attraggano nuovi finanziatori che credono nello sviluppo sostenibile, innescando un circolo virtuoso per la crescita del Paese e il superamento delle differenze territoriali”.

 

Rimuovere le principali criticità a questi comparti – tra cui l’adeguamento all’articolo 177 del Codice Appalti – potrebbe sbloccare fino a 50 miliardi di euro in investimenti, di cui 30 nel settore idrico, 8 in quello dei rifiuti e 12 in quello energetico. Su quest’ultimo fronte, la federazione sottolinea la necessità di norme atte a garantire lo sviluppo di tecnologie pulite per il riscaldamento urbano, il rilancio dei certificati bianchi e un miglior equilibrio tra le varie fonti rinnovabili, rilanciando il ruolo dell’idroelettrico. E ancora, l’incentivazione di sistemi di accumulo e dei necessari interventi infrastrutturali (come i punti di ricarica) per la mobilità sostenibile. “Gran parte degli investimenti già figura nei piani industriali delle nostre aziende – ha aggiunto Valotti – e sarebbe paradossale che si bloccassero a causa di ostacoli burocratici che paralizzano l’intero comparto infrastrutturale”.

 

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