L’Onu ha presentato il rapporto 2014 sulle risorse idriche mondiali e i dati non rassicurano. La domanda aumenterà e le risorse diminuiranno
(Rinnovabili.it) – I numeri vengono dal rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali, e sono come sempre allarmanti. Quasi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile, mentre sono 1,3 miliardi quelle cui manca l’energia sufficiente ad illuminare le proprie abitazioni, o lavorare. Per 3,5 miliardi – quasi la metà della popolazione mondiale – non è pienamente soddisfatto il diritto di accesso a queste risorse. Ma nonostante la loro attuale e progressiva carenza, la domanda continuerà a salire, arrivando a toccare vette del 55% in più nel 2050. Secondo il report, La domanda dell’industria manifatturiera arriverà al 400%, quella per il termoelettrico al 140% e quella per gli usi civili al 130%. Il 95% delle persone che non hanno accesso all’energia vive in Africa sub sahariana o in Asia: quasi tutti vivono in zone rurali. Circa metà della popolazione mondiale, infine, utilizza ancora carbone, legna o letame per produrre l’energia necessaria a cucinare.
Acqua ed energia sono strettamente interconnesse e dipendenti l’una dall’altra: le scelte che riguardano un campo si ripercuotono necessariamente sull’altro. Inoltre, acqua ed energia hanno un ruolo cruciale nella riduzione della povertà a livello globale. Tuttavia le risorse idriche del sottosuolo stanno diminuendo: secondo le statistiche, il 20% dei bacini mondiali sarebbe sovrasfruttato. Tra gli effetti dell’abuso c’è un peggioramento degli ecosistemi. Il rapporto individua anche i “colpevoli”: il più grande consumatore di acqua, fra i settori produttivi, è l’agricoltura: consuma il 70% del totale, contro il 15% di quella utilizzata per la produzione di energia. Un peso sempre più rilevante su questa percentuale lo esercitano anche i biocarburanti.
L’importanza dell’oro blu, infine, non riguarda soltanto la sua presenza, ma anche la sua potabilità. Sono 2,5 miliardi, infatti, le persone che non possono accedere a risorse idriche potabili, con fatali ripercussioni sui servizi igienici e la salute.