L'acidificazione degli oceani sta danneggiando gli habitat con costi economici stimati in 1 trilione di dollari entro il 2100, lo conferma uno studio Onu
Gli squilibri nella chimica oceanica sta già producendo impatti biologici in settori come il Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti, dove nei vivai di ostriche si sta verificando il più alto livello di mortalità larvale mai registrato, si legge nel documento. “Le specie immediatamente colpite sono quelle che si costruiscono un guscio”, ha spiegato Emily Jeffers, avvocato del Center for Biological Diversity. “Quando l’acqua diventa più acida è più difficile formare e mantenere quel guscio, e si deve spendere energia che altrimenti verrebbe impiegata per lo sviluppo, l’acquisizione di cibo o la riproduzione.”
Una delle più significative minacce economiche è a carico delle piccole comunità costiere di pescatori, ha avvertito il documento, aggiungendo che queste conseguenze influenzeranno anche il più ampio settore della pesca nelle profondità oceaniche.
Ad essere particolarmente sensibili alle variazioni dell’acidificazione delle acque sono anche e soprattutto le barriere coralline, con un conseguente impatto economico dovuto alla perdita degli habitat necessari alla proliferazione delle specie ittiche. Con la diminuzione delle barriere coralline sarà inoltre compromessa la sicurezza delle coste, non più protette dalle onde normalmente frenate dalle barriere.