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L’acidificazione degli oceani minaccia le barriere coralline

Con l'aumento dell'acidificazione degli oceani i sedimenti su cui proliferano le barriere coralline si scioglieranno prima di fine secolo

acidificazione degli oceani

 

I sedimenti dei coralli saranno sciolti dall’acidificazione degli oceani

 

(Rinnovabili.it) – La dissoluzione dei sedimenti che compongono le barriere coralline rischia di superare la loro capacità di rigenerarsi entro la fine di questo secolo. L’acidificazione degli oceani, infatti, è un processo che non si arresterà nel breve periodo, nemmeno con profondi tagli delle emissioni da parte dei paesi più inquinanti. Con l’aumento di anidride carbonica nelle acque, gli scheletri calcarei dei coralli che, sedimentandosi nei secoli, hanno creato gli spettacolari reef, verranno disciolti. Un lento ma drammatico epilogo per ecosistemi straordinari, già minacciati dall’aumento delle temperature oceaniche, l’inquinamento e la pesca.

A sollevare il rischio dello scioglimento netto dei coralli – cioè di una dissoluzione più rapida della capacità di rigenerarsi – è un team di scienziati australiani che ha pubblicato una ricerca su Science. Secondo lo studio, l’anidride carbonica, il principale gas serra prodotto dall’uomo, forma un acido debole nell’acqua e minaccia di disgregare i sedimenti della barriera corallina, costituiti da frammenti di coralli e altri organismi che si accumulano in migliaia di anni.

 

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Se il corallo è un animale che può continuare a crescere anche in acque più acide, è la’infrastruttura su cui prolifera, cioè i sedimenti dei suoi simili, che non reggerà il clima acquatico mutato. Questi “supporti” sono 10 volte più vulnerabili all’acidificazione rispetto ai piccoli animali corallini.

Dunque, questi ultimi sono in grado di modificare il loro ambiente e parzialmente adattarsi all’acidificazione dell’oceano,, mentre la disintegrazione delle sabbie è un processo geochimico che non può adattarsi. Così, prima di fine secolo, le barriere coralline potrebbero iniziare a dissolversi. E non sarà un bene per tutta quella fauna marina che vive protetta da queste foreste pietrificate, così come sarà un problema per quegli stati che hanno un florido settore del turismo.