L'Accordo entrerà in vigore il 4 novembre, ma dei finanziamenti climatici non c'è nemmeno l'ombra. E i 100 miliardi di dollari promessi potrebbero non bastare più
(Rinnovabili.it) – Mentre i grandi inquinatori festeggiano per l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, i 48 Stati più poveri del mondo lanciano l’allarme: gli impegni sul clima presi l’anno scorso non bastano più e dei soldi promessi per lottare contro i cambiamenti climatici non si vede nemmeno l’ombra. Sono i Paesi già oggi colpiti dagli effetti devastanti del riscaldamento globale a ricordare a Cina, Usa e Unione Europea che si sta facendo troppo poco per impedire conseguenze irreparabili. Nel gruppo – lo stesso che lo scorso dicembre premeva per un accordo vincolante e per un aumento massimo della temperatura globale di 1,5°C – sono presenti sia molte isole del Pacifico, che rischiano di scomparire in fretta a causa dell’innalzamento del livello dei mari, sia Paesi come quelli del Sahel devastati da decenni di siccità, inondazioni catastrofiche e migrazioni forzate di massa.
“Adesso bisogna trasformare le parole in azioni concrete – afferma la presidente delle isole Marshall Hilda Heine – Senza azione, l’Accordo di Parigi resta un semplice pezzo di carta”. Alla COP21 il gruppo dei Paesi più poveri si è impegnato a modificare i loro piani di sviluppo privilegiando le energie rinnovabili ma, in parallelo, dovrebbero ricevere dagli Stati più ricchi i finanziamenti necessari per arginare gli effetti imminenti dei cambiamenti climatici.
La denuncia dei 48 Paesi trova una sponda nella fotografia fornita dal monitoraggio di Oxfam, che certifica che soltanto una frazione del denaro che i paesi più ricchi stanno spendendo per i cambiamenti climatici sta raggiungendo le comunità più vulnerabili. Un tema centrale, quello dei finanziamenti climatici, che dovrebbe essere al centro del prossimo summit mondiale sul clima, la COP22 di Marrakesh al via il prossimo 7 novembre in Marocco.