Rinnovabili • La Grande Barriera corallina è “a rischio” per l’Unesco? Rinnovabili • La Grande Barriera corallina è “a rischio” per l’Unesco?

Sarà un 2017 da incubo per la Grande Barriera Corallina

Si moltiplicano gli allarmi per il reef australiano: le temperature dell’oceano sono già più alte dell’anno scorso, quando si verificò il più grave sbiancamento dei coralli della storia

Sarà un 2017 da incubo per la Grande Barriera Corallina

 

(Rinnovabili.it) – La Grande Barriera Corallina si trova davanti a un “rischio imminente ed elevato” nel 2017, un nuovo e più ampio fenomeno di sbiancamento dei coralli. L’allarme arriva dalla Great Barrier Reef Marine Park Authority, l’organismo che vigila sullo stato di salute del sito patrimonio dell’umanità Unesco. La situazione sarebbe peggiore dell’anno passato, quando la barriera ha subìto danni senza precedenti. Più settori del reef presentano acuti segnali di stress termico rispetto a 12 mesi fa, quando l’effetto combinato di El Nino, cambiamenti climatici e acidificazione degli oceani aveva portato alla morte di circa un quarto della barriera, arrivando a punte del 70-80% nei settori più esposti.

Se nel 2016 la morìa di coralli si è concentrata nella parte settentrionale, adesso le temperature delle acque sono oltre i livelli di guardia anche molto più a sud. L’autorità sta conducendo dei sondaggi per monitorare la Grande Barriera Corallina e ha registrato un numero crescente di casi di sbiancamento dei coralli. Il reef, conclude l’autorità, è sottoposto a “stress ripetuto” dopo un “inverno insolitamente caldo e una seconda estate calda”. L’accumulo di stress termico rende i coralli ancora più vulnerabili all’aumento delle temperature rispetto all’anno scorso.

 

La Barriera corallina è “a rischio” per l’Unesco?Nel frattempo, si moltiplicano le critiche al governo australiano, accusato di non aver messo in campo misure adeguate di protezione e conservazione. Sotto attacco anche la mai abbandonata passione per il carbone, con l’apertura di nuove miniere in programma. “La soluzione è chiara – spiega Imogen Zethoven, direttore dell’Australian Marine Conservation Society – dobbiamo assicurare che non vengano aperte nuove miniere di carbone e dobbiamo abbattere con urgenza l’inquinamento che ne deriva”. Dichiarazioni che riecheggiano nelle conclusioni di un lungo report del Great Barrier Reef independent review group sull’implementazione delle misure di conservazione della barriera da parte del governo, appena consegnato all’Unesco.

Mentre l’Australia continua a ignorare il problema, ieri è stato lanciato il progetto “50 reefs”: un team di ricercatori provenienti da tutto il mondo preleverà campioni da 50 barriere coralline in tutto il pianeta e effettuerà dei test per trovare le tecniche di conservazione più efficaci e più facilmente applicabili nelle aree in pericolo. Secondo le stime dell’Onu, se non si corre ai ripari il 90% delle barriere scomparirà entro il 2050.