(Rinnovabili.it) – Sempre più studi confermano che troppi zuccheri nella dieta sono nocivi. Per assumerne una quantità bilanciata dobbiamo imparare a riconoscere anche quelli “occulti”, ovvero che ingeriamo senza rendercene conto.
Quali zuccheri?
La nostra dieta comprende diverse categorie e fonti di zuccheri, che possono essere presenti in natura o aggiunti.
I cosiddetti zuccheri aggiunti sono zuccheri raffinati utilizzati nella preparazione degli alimenti e lo zucchero bianco che si usa comunemente, ad esempio nel caffè.
Gli zuccheri liberi comprendono gli zuccheri aggiunti più quelli naturalmente presenti nel miele e negli sciroppi, nonché nei succhi di frutta e verdura e nei concentrati di succo.
Gli zuccheri totali sono tutti gli zuccheri presenti nella dieta, compresi quelli naturalmente presenti in frutta, verdura e latte.
Un gruppo di esperti della nutrizione dell’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha condotto una ricerca sugli zuccheri che è opportuno prendere e il loro eventuale rapporto con i problemi di salute.
L’obiettivo del lavoro è di aiutare le autorità sanitarie europee a definire i comportamenti idonei e a trasmettere queste informazioni ai consumatori.
Patologie correlate al consumo di zuccheri
Il responso degli scienziati non farà piacere ai più ghiotti: anche se non è stato possibile determinare un livello tollerabile di assunzione degli zuccheri alimentari, l’assunzione di zuccheri aggiunti e liberi dovrebbe essere il più bassa possibile come parte di una dieta sana ed equilibrata dal punto di vista nutrizionale.
È noto che il consumo di zucchero è una delle cause della carie dentale. Bisogna fare attenzione a dolci, torte, latte zuccherato, yogurt e frullati.
Tra gli alimenti incriminati per la carie ci sono anche le bevande zuccherate, i succhi di frutta e i concentrati.
L’assunzione di questi alimenti è correlata in varia misura con l’insorgenza di alcune malattie metaboliche come l’obesità, la steatosi epatica (il cosiddetto fegato grasso, ovvero con un accumulo anomalo di trigliceridi) non alcolica e il diabete di tipo 2.
Sulla base di oltre 30mila pubblicazioni – un prezioso patrimonio di dati relativi a diverse patologie – gli studiosi dell’EFSA hanno identificato le aree su cui indirizzare il lavoro di tecnici e ricercatori in ambito sanitario.
Dati di cui le autorità nazionali dovrebbero tenerne conto per stabilire le linee guide per una corretta nutrizione.