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Pesca e acquacoltura nel mondo nel 2024, qual è il nuovo scenario?

Pesca e acquacoltura nel mondo
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Pesca e acquacoltura nel mondo, il Rapporto FAO

Il Rapporto FAO sullo stato di pesca e acquacoltura nel mondo The State of World Fisheries and Aquaculture 2024 (SOFIA), che viene pubblicato  con cadenza biennale – contiene informazioni aggiornate, basate su dati concreti.

Il rapporto permette di approfondire sia quello che riguarda sfide, opportunità e innovazioni destinate a influire sul presente e sul futuro del settore, sia i punti di vista politici, scientifici e tecnici che orienteranno le scelte in ambito commerciale, sociale, agricolo, ittico.

In sostanza, tutto quello che potrà plasmare la vita della società in generale e dei consumatori in particolare.

Le tre sezioni del rapporto

La struttura del rapporto su pesca e acquacoltura nel mondo è suddivisa in tre sezioni. La Parte 1 contiene una panoramica sulla situazione generale della pesca e dell’acquacoltura a livello globale. Comprende i dati relativi alla produzione ittica, quelli sull’occupazione nel settore, quelli sui consumi e quelli sul commercio di pesce.

Il tutto è letto in rapporto all’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (“Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”).

La Parte 2 mette in evidenza il ruolo della FAO e dei suoi partner nel favorire e accompagnare le trasformazioni necessarie per sostenere l’espansione e l’intensificazione dell’acquacoltura, la gestione efficace della pesca globale e il miglioramento delle catene del valore nel mondo sommerso.

La Parte 3 tocca temi come il ruolo dei sistemi alimentari nei cambiamenti climatici e le soluzioni possibili, il miglioramento della sicurezza alimentare, la conservazione dell’ambiente e la biodiversità.

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Pesca e acquacoltura nel mondo, quali sono i numeri?

Il rapporto SOFIA contiene due dati dirompenti: il primo è che nel 2022 la produzione ha raggiunto un record globale di 223,2 milioni di tonnellate (185,4 milioni di tonnellate di animali acquatici e 37,8 milioni di tonnellate di alghe). In totale è il 4,4% in più rispetto al 2020. Il secondo è che l’acquacoltura ne rappresenta attualmente il 51%: per la prima volta ha superato la pesca di cattura nella fornitura di alimenti dall’acqua. Secondo i dati di SOFIA, il 62,3% degli stock ittici è sfruttato in modo sostenibile: questo significa che quasi il 40% non lo è, quindi in questo caso il pescato da cattura è superiore alla capacità di ricostituzione delle specie.

Ricordiamo la crescente necessità di accesso al cibo per una popolazione mondiale in aumento. Se meno del 40% dell’acquacoltura è in mare, pesca e acquacoltura si possono incrementare senza aumentare l’impatto sull’ecosistema marino.

Pertanto, è possibile fornire un importante apporto proteico e nutrienti chiave (acidi grassi omega-3, minerali, vitamine) anche senza accrescere la pressione sui sistemi alimentari agro-zootecnici.

La produzione alimentare dalla pesca di cattura è stabile da 30 anni, mentre l’acquacoltura cresce a un tasso del 5% l’anno dall’inizio del secolo. Se ne deduce che sia un’arma efficace e sostenibile per combattere la fame. Tuttavia la produzione è fortemente sbilanciata verso i paesi asiatici (circa 90%), mentre in Africa si limita appena all’1,9%.

Cos’è la Blue Transformation?

È evidente che l’aumento dei consumi è legato all’aumento della produzione locale. Serve tempo, ma i risultati ripagano dell’impegno e dell’attesa.

È necessaria una strategia precisa, che tenga conto del contesto giuridico e politico; servono investimenti, anche del settore privato, per lo sviluppo delle infrastrutture e conoscenze tecniche; bisogna valutare anche la situazione ambientale e sanitaria.  Il sottotitolo del rapporto The State of World Fisheries and Aquaculture 2024 è Blue Transformation in Action perché fa riferimento alla roadmap 2022-2030 della FAO per la trasformazione sostenibile dei sistemi alimentari acquatici.

La Blue Transformation ha tre obiettivi principali: far crescere l’acquacoltura sostenibile del 35% entro il 2030; migliorare la gestione sostenibile della pesca di cattura; sviluppare le catene del valore degli alimenti acquatici (ridurre le perdite, aggiungere valore al prodotto, facilitare l’accesso ai mercati e ai consumatori).

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Al momento, la Blue Transformation sostiene più di 40 paesi nello sviluppo dell’acquacoltura sostenibile, che conferma il suo ruolo fondamentale nel raggiungimento della sicurezza alimentare: l’89% della produzione serve per il consumo umano diretto. Il resto serve per produrre soprattutto farina di pesce e olio di pesce.

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