Rinnovabili • Nuovi focolai di influenza aviaria Rinnovabili • Nuovi focolai di influenza aviaria

Nuovi focolai di influenza aviaria

Negli ultimi tre mesi sono stati segnalati nuovi focolai di influenza aviaria in tutto il mondo. La situazione in Europa rimane meno allarmante, negli Stati Uniti il contagio è molto più diffuso e anche gli animali da cortile sono un potenziale pericolo

Nuovi focolai di influenza aviaria
Foto di Dana Critchlow su Unsplash

Influenza aviaria, il rischio di contagio per le persone è basso

Tra settembre e dicembre 2024 sono stati segnalati nuovi focolai di influenza aviaria negli uccelli selvatici e domestici un po’ in tutto il mondo, seppure con incidenze diverse.

Sono i dati che emergono dall’ultimo rapporto sull’influenza aviaria dell’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), dell’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) e dell’EURL (il Laboratorio di riferimento dell’Unione Europea).

I casi di influenza aviaria in Europa

Rispetto agli anni scorsi, il numero dei casi di influenza aviaria in Europa è più basso degli anni precedenti. Tuttavia, nell’ultimo trimestre sono aumentati tra i volatili selvatici e domestici rispetto ai tre mesi precedenti.

Il maggior numero di casi di aviaria si è verificato nell’Europa centro-meridionale, in particolare in quelle aree dove c’è una forte concentrazione di allevamenti di pollame.

Da questa osservazione, gli esperti dell’EFSA hanno rilevato che la numerosità degli allevamenti e la tipologia di produzione avicola hanno inciso sulla diffusione della malattia.

Le persone rischiano il contagio?

Il virus A(H5N5) è un sottotipo del virus dell’influenza aviaria che causa mortalità di massa negli uccelli selvatici. Questo ha ampliato in modo significativo il proprio areale geografico e di specie: si è diffuso in diverse regioni ed ha contagiato varie specie di uccelli selvatici.

Tuttavia, non sono stati segnalati nuovi casi nei mammiferi.

Quali sono i rischi di contagio per le persone? Attualmente, secondo gli esperti dell’ECDC, il rischio di infezione per la popolazione europea va da basso a medio per le persone che lavorano o sono esposte ad animali infetti e in ambienti contaminati.

La situazione negli Stati Uniti

Diverso è lo scenario che si sta verificando negli Stati Uniti, dove sono particolarmente colpiti gli allevamenti bovini. In 16 Stati sono stati contagiati 800 allevamenti di bovini.

Lo Stato più colpito sembra essere la California. Il governatore ha dichiarato lo stato di emergenza per l’aviaria tra i bovini da latte, e si è riscontrata la presenza del virus dell’influenza aviaria in 645 aziende lattiero-casearie.

Il ceppo virale A (H5N1) è diverso da quello che colpisce i bovini. È stato individuato per la prima volta nei suini nell’Oregon, in un allevamento misto di bestiame e pollame.

Gli esperti ritengono che questo dato sia preoccupante, poiché i suini possono venire co-infettati da diversi tipi di virus influenzali che potrebbero adattarsi e diffondersi ad altre specie.

Il contagio dagli animali da cortile

In Louisiana è stato ricoverato il primo essere umano con l’aviaria in forma grave, contagiato dai suoi animali da cortile, che sono quindi una fonte di esposizione. Altri 61 casi, meno gravi, sono stati segnalati da aprile 2024.

I Centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie sottolineano che non c’è stata trasmissione di influenza aviaria da uomo a uomo.

Seppure sembra un fatto tranquillizzante, e il rischio per la salute pubblica rimane basso, non si deve abbassare la guardia ma adottare tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus.

About Author / La Redazione