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 Le Proteine Animali Trasformate e l’economia circolare

Proteine Animali Trasformate
via depositphotos

Il ruolo delle Proteine Animali Trasformate in un futuro sostenibile

Le Proteine Animali Trasformate (PAT) possono essere parte dell’economia circolare? Secondo Assograssi – l’Associazione nazionale che riunisce i produttori di grassi e proteine animali e socio aggregato di Assitol, a cui fa capo l’industria olearia – il futuro dell’economia circolare passa per le PAT, come è stato affermato nel corso del convegno “PAT: un futuro sostenibile” che si è svolto a Roma nei giorni scorsi.

Proteine Animali Trasformate, regole severe e sicurezza sanitaria

Le imprese associate ad Assograssi, in particolare, raccolgono i sottoprodotti animali prodotti a livello agricolo, nei macelli e negli stabilimenti di trasformazione della carne e nel commercio per trasformarli in farine e grassi.

La materia prima, selezionata, processata e valorizzata in appositi impianti e si trasforma in nuove materie prime per mangimi per animali domestici e da allevamento, detergenti, fertilizzanti e combustibili. A quel punto viene immessa sul mercato.

Le aziende trasformano in media 1.400.000 tonnellate di sottoprodotti di origine animale e immettono sul mercato 650mila tonnellate di prodotti derivati, con un fatturato di circa 1 miliardo di euro.

L’autorizzazione degli impianti per il trattamento seguono le norme dell’Unione Europea, in linea con quelle del WOAH (l’Organizzazione mondiale della sanità animale). La regolamentazione in vigore impone per queste operazioni il rispetto di precise condizioni di sicurezza sanitaria.

Per le imprese italiane del settore, tra l’altro, vige una normativa molto più severa sia rispetto ai Paesi UE sia rispetto a quelli non comunitari. La crisi della BSE (l’encefalopatia spongiforme bovina, comunemente nota come morbo della mucca pazza) ha fatto innalzare, giustamente, gli standard di sicurezza.

Obiettivo no waste per la sostenibilità

Inoltre, fanno notare gli imprenditori di Assograssi, le nuove tecnologie impiegate nei processi produttivi consentirebbero di aumentare produzione e redditività.

Le regole che tutelano la salute devono rappresentare un vantaggio competitivo, non un ostacolo, afferma Paolo Valugani, presidente di Assograssi: «Le misure adottate a suo tempo a causa della crisi della BSE, grazie al progresso tecnologico e al know how del settore, oggi possono essere riscritte. Il nostro obiettivo è una revisione ragionata delle norme, che coniughi biosicurezza e competitività».

La sostenibilità è oggi uno dei punti chiave di Assograssi: dare una seconda vita ai residui della lavorazione delle carni permette di ridurre drasticamente gli scarti, con l’obiettivo no waste.

Oltre al reimpiego di sottoprodotti e all’efficienza dei processi, la sostenibilità del comparto si basa anche su altri indicatori, come l’emissione di gas climalteranti, molto ridotta se paragonata a prodotti analoghi, anche plant based.

Il rendering delle Proteine Animali Trasformate

Il rendering è la trasformazione dei sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano in ingredienti per l’industria dei mangimi o per quella oleochimica o cosmetica.

È centrale nella filiera delle carni perché dà un contributo fondamentale alla circolarità dei processi e alla lotta al cambiamento climatico.

Anche per questo Assograssi vorrebbe intensificare il dialogo con la filiera agroalimentare, di cui si sente parte integrante.

Molto sentito il problema degli approvvigionamenti, che con il Covid prima e con la guerra in Ucraina poi hanno affrontato parecchie difficoltà.

Un motivo che spinge Assograssi a chiedere alle istituzioni, nazionali ed europee,di ampliare l’impiego dei grassi e delle proteine animali nel settore della mangimistica da reddito e da petfood.

Attualmente, infatti, esistono restrizioni che consentono l’impiego delle proteine animali trasformate solo in alcuni segmenti della nutrizione animale.

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