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Influenza aviaria, la FAO e gli scienziati lanciano un allarme per la sicurezza

Influenza aviaria, la FAO e gli scienziati lanciano un allarme per la sicurezza
Foto di Kerstin Riemer da Pixabay

Ridurre l’impatto dell’influenza aviaria

La FAO ha lanciato l’allarme sulla diffusione dell’influenza aviaria, che ha colpito milioni di polli in tutto il mondo, causando ingenti perdite economiche e mettendo in pericolo la sicurezza alimentare. Per milioni di persone, infatti, la carne e le uova di pollame sono alla base della dieta.

Rafforzare il monitoraggio e la biosicurezza

Per questo è estremamente importante rafforzare la biosicurezza e fare un monitoraggio attento: la FAO affronta da oltre venti anni i problemi legati all’influenza aviaria sul fronte della prevenzione e della risposta alle epidemie, con l’obiettivo di proteggere la salute degli animali e delle persone.

All’interno del Pandemic Fund – che, con approccio One Health, riconosce l’interconnessione tra salute umana, animale, vegetale e ambientale – la FAO svolge un ruolo cruciale di monitoraggio e prevenzione delle malattie zoonotiche che possono causare pandemie.

Negli ultimi quattro anni la diffusione dell’aviaria si è ampliata e ha colpito anche mammiferi e animali selvatici, danneggiando la biodiversità.

Influenza aviaria e sicurezza alimentare

Il vicedirettore generale della FAO, Godfrey Magwenzi, ha dichiarato che con la diffusione dell’aviaria sono possibili «gravi impatti sulla sicurezza alimentare e sull’approvvigionamento alimentare, tra cui la perdita di preziose sostanze nutritive, posti di lavoro e reddito nelle zone rurali, shock alle economie locali e costi crescenti per i consumatori».

Una sfida, quindi, che non riguarda solo la salute ma anche l’alimentazione e i sistemi di produzione alimentari.

Il primo effetto evidente si è avuto negli Stati Uniti, dove gli allevatori hanno dovuto abbattere milioni di polli per arginare la diffusione del virus.

La conseguenza diretta è un aumento record del prezzo delle uova, che sono un elemento base della dieta statunitense.

I provvedimenti in USA e Regno Unito

Sempre negli USA dallo scorso anno si è sviluppato un focolaio di aviaria tra i bovini da latte, che preoccupa gli esperti di salute pubblica e di sicurezza alimentare perché dimostra la capacità del virus di variare gli animali “ospiti”. Infatti ci sono state diverse segnalazioni anche tra gli animali domestici, come i gatti.

Negli Stati Uniti si sono registrati il primo decesso umano a gennaio e il contagio di 69 persone.

Nel Regno Unito si è contagiata una persona che lavorava in un allevamento con animali infetti. A scopo precauzionale le autorità sanitarie stanno approntando cinque milioni di dosi di vaccino per le persone, nel caso si rendesse necessario.

Intanto, sia a New York che in Inghilterra è scattato il divieto di tenere fiere e mercati con volatili vivi. Tra i volatili soggetti a restrizioni, oltre ai polli, rientrano anche tacchini, anatre, oche, fagiani, quaglie, pernici e faraone.

In Italia, all’inizio dell’anno, erano presenti più di 50 focolai.

Secondo gli esperti il rischio di trasmissione da uomo a uomo rimane basso; è anche vero che gli scienziati europei hanno identificato 34 mutazioni del virus, quindi significa che cresce la sua capacità di adattarsi.

Le misure per contenere l’influenza aviaria

La risposta deve essere coordinata e globale. A tal fine la FAO e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) hanno lanciato una Strategia globale decennale per la prevenzione e il controllo dell’influenza aviaria ad alta patogenicità.

La FAO invita i paesi ad adottare misure opportune:

Insomma, è chiaro il richiamo a un’azione di contrasto più incisiva per tutti i paesi.

La lettera degli scienziati americani

Anche un gruppo di scienziati americani ha esortato alla massima attenzione con una lettera su “Science”, Prepare now for a potential H5N1 pandemic.

Non bisogna farsi cogliere impreparati, perché l’aviaria è un problema di portata globale e il virus si è già adattato ai mammiferi ed ha una elevata capacità di diffusione: «Prepararci adesso può salvare vitee ridurre gliimpatti sociali ed economicise H5N1 o un altro virus portasse a unapandemia».

Prima di tutto gli scienziati sollecitano la messa a punto di un vaccino efficace, disponibile in grandi quantità e in tempi rapidi.

Serve poi una comunicazione efficace basata su dati scientifici per rispondere alle preoccupazioni relative a i vaccini e ricostruire la fiducia nel sistema sanitario.

Infine occorrono piani di risposta alla pandemia condivisi da tutti i paesi, a prescindere dalle posizioni politiche.

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