Le alghe potrebbero mitigare le emissioni di metano degli allevamenti. È quanto affermano alcuni studiosi californiani che hanno effettuato una prova su bovini in condizioni di allevamento reale. Con gli additivi granulari a base di alghe le emissioni enteriche degli animali diminuiscono del 37,7%
Alghe come strumento contro l’inquinamento degli allevamenti
È possibile mitigare le emissioni di metano degli allevamenti? Se ne discute da tempo e varie ricerche hanno proposto possibili soluzioni per tenere sotto controllo un problema ambientale rilevante senza tuttavia eliminare gli allevamenti, cosa ragionevolmente impossibile.
Si stima che le filiere di produzione del bestiame rappresentino il 14,5% delle emissioni totali di gas a effetto serra (GHG) indotte dall’uomo e che circa l’80% delle emissioni di GHG del bestiame e il 90% delle emissioni di metano derivino dai ruminanti.
Una ipotesi interessante per la mitigazione dei GHG è quella proposta da alcuni ricercatori del Department of Animal Science della University of California a Davis nella ricerca Mitigating methane emissions in grazing beef cattle with a seaweed-based feed additive: Implications for climate-smart agriculture, pubblicata dalla rivista scientifica “PNAS”.
Poiché le emissioni di metano degli animali contribuiscono in modo determinante alla produzione di gas a effetto serra, la ricerca intende offrire una soluzione promettente per mitigare il cambiamento climatico e sviluppare pratiche agricole più sostenibili.
Un additivo con alghe marine in forma granulare
La ricerca ipotizza che l’aggiunta di alghe marine che contengono bromoformio in forma granulare (Asparagopsis taxiformis) alla dieta dei bovini da carne al pascolo potrebbe ridurre le emissioni enteriche di metano del 37,7% circa senza interferire con il rendimento degli animali.
Secondo i ricercatori, il bromoformio granulare come additivo agirebbe come inibitore enterico del metano.
Lo studio è stato effettuato per dieci settimane in condizioni di allevamento reali su ventiquattro bovini da carne (in particolare incroci di razze Wagyu e Angus). L’osservazione ha previsto tre diverse fasi di assunzione di alghe granulari: tre settimane di dosaggio crescente, tre settimane di dosaggio stabile e due settimane di dosaggio decrescente.
I ricercatori non hanno osservato differenze tra il peso degli animali tra la fase iniziale e quella finale, l’aumento medio giornaliero e l’assunzione dell’additivo a base di alghe.
I risultati alla fine delle dieci settimane di osservazione indicano che l’additivo per mangimi riesce a ridurre le emissioni enteriche di metano degli animali al pascolo.
Il valore sociale del pascolo
Gli studi sulle emissioni di GHG dei bovini riguardano essenzialmente gli allevamenti in stalla. È invece importante trovare soluzioni possibili per gli animali al pascolo.
Infatti, l’agricoltura pastorale, che include il pascolo estensivo, è un mezzo di sostentamento per milioni di persone in tutto il mondo, spesso in regioni vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico. Quindi gli allevamenti al pascolo non sono fondamentali solo dal punto di vista economico, ma anche profondamente legati alle culture locali e alla conservazione della biodiversità.
Lo studio sugli additivi a base di alghe dimostra che esiste il potenziale per migliorare la sostenibilità dell’agricoltura pastorale e la sua capacità di contribuire alla mitigazione del clima.
È importante anche studiare gli effetti a lungo termine e l’applicabilità di questo tipo di dieta ad altri ruminanti.
Per pensare a un’applicazione su larga scala, è fondamentale capire se gli allevatori e i consumatori accettano gli additivi a base di alghe. Inoltre, una valutazione complessiva della sostenibilità degli additivi a base di alghe deve analizzare quali siano gli effetti ambientali, economici e sociali del cambiamento.
Infine, lo sviluppo di quadri normativi e politici di supporto è fondamentale per facilitare l’adozione di queste pratiche negli allevamenti, per garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti e incentivare gli agricoltori ad adottare queste strategie innovative.