Spreco alimentare: più sensibili alla questione ambientale ed etico-sociale, al supermercato gli italiani comprano più di quello che effettivamente consumano
(Rinnovabili.it) – Consapevolezza e sensibilità degli italiani verso il problema delle spreco alimentare sono aumentate. A dimostrarlo ci pensano i numeri contenuti nel rapporto diffuso dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, secondo il quale lo spreco alimentare domestico sarebbe in calo di circa il 25%.
“Ancora una volta abbiamo misurato la ‘temperatura’ ecologica del Paese: perché lo spreco alimentare è una questione centrale nelle abitudini quotidiane, a casa come nelle fasi di acquisto e conservazione del cibo. La nuova indagine Waste Watcher stima uno spreco settimanale medio di 4,9 euro per nucleo familiare che ci porta a un dato nazionale di circa 6,5 miliardi di euro considerando l’insieme delle famiglie italiane”, ha sottolineato il promotore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Andrea Segrè, fondatore Last Minute Market.
Diffuso nel corso del 2019, l’ultimo Rapporto Waste Watcher si era invece attestato su un valore medio di 6,6 euro settimanali per nucleo familiare (il costo di 600 grammi circa di spreco settimanale), per un totale di circa 8,4 miliardi di euro. In fatto di spreco alimentare, la tendenza 2020 è pertanto di circa il 25% in meno.
Come accennato sopra, a “migliorare” è stata nel tempo anche la consapevolezza da parte dei cittadini delle conseguenze – non solo in termini economici ma anche ambientali – derivanti dagli sprechi. Quasi 7 su 10 – cioè il 66% degli italiani – ritengono infatti ci sia una stretta e precisa connessione fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo. La salubrità del cibo viene dedotta dai consumatori attraverso la lettura dell’etichetta: il 64% degli intervistati ha infatti dichiaro di consultarla al momento dell’acquisto come “garanzia di sicurezza per i prodotti”, mentre 1 italiano su 2 (51%) attribuisce valore alla stagionalità dei prodotti come “garanzia di scelta alimentare corretta”. Allo stesso modo, è cresciuta anche la percentuale di consumatori che ha dichiarato d’informarsi prima di fare la spesa (17%) e la sensibilità riguardo i paradossi e le diseguaglianze sociali, con 1 italiano su 2 che dichiara di considerare nelle sue scelte, anche, agli aspetti etico-sociali.
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Bene, ma non benissimo. Innanzitutto va sottolineato che quello del Waste Watcher 2020 è un rapporto basato sullo spreco percepito e non su quello reale e, secondariamente, che nonostante la buona notizia lo spreco alimentare domestico continua a rappresentare un problema ben lontano dal potersi dire risolto. I principali “responsabili” vanno in questo caso rintracciati nelle modalità con cui gli italiani scelgono di fare la spesa. Secondo 7 intervistati su 10 – chiarisce il rapporto – l’eccedenza è legata a un eccesso di acquisti o alla tendenza a cucinare più del necessario: il 73% dichiara infatti che è troppo il cibo cucinato, oppure acquistato in ragione delle offerte 2 per 3 o ancora per l’abitudine dell’unica spesa settimanale che porta a comprare più di quanto si possa poi effettivamente consumare. I cibi più sprecati restano quelli freschi e quindi potenzialmente più deperibili come frutta, verdura, latte, formaggi. Secondo 7 italiani su 10 l’eccedenza è legata a un eccesso di acquisti o alla tendenza a cucinare più del necessario: il 73% dichiara infatti che è troppo il cibo cucinato, oppure acquistato in ragione delle offerte 2 per 3 o ancora per l’abitudine dell’unica spesa settimanale che porta a comprare più di quanto possiamo smaltire
Il rapporto, lo ricordiamo, è stato diffuso in vista della settima Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in programma per mercoledì 5 febbraio e promossa dalla campagna Spreco Zero con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente, della Salute e degli Affari Esteri.
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