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VIVA, il programma che misura la sostenibilità della vitivinicoltura in Italia

Il programma VIVA è nato per promuovere la sostenibilità nel comparto vitivinicolo. L’analisi dell’impatto ambientale – svolta con il supporto di appositi disciplinari tecnici e software di calcolo – riguarda il ciclo di vita del prodotto e l’intera produzione aziendale

sostenibilità della vitivinicoltura
Foto di Apolo Photographer su Unsplash

VIVA tra i migliori programmi per la valutazione della sostenibilità della vitivinicoltura

(Rinnovabili.it) – Il programma VIVA “La sostenibilità nella vitivinicoltura in Italia” è nato nel 2011 dalla volontà del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di promuovere la sostenibilità del comparto vitivinicolo italiano. VIVA misura le prestazioni di sostenibilità di aziende e prodotti attraverso il calcolo di quattro indicatori: aria (impronta climatica), acqua (impronta idrica), vigneto (gestione agronomica del vigneto) e territorio (sostenibilità sociale ed economica).

L’analisi dell’impatto ambientale riguarda il ciclo di vita del prodotto (dall’estrazione dei materiali fino allo smaltimento dell’imballaggio) e l’intera produzione aziendale. Per l’analisi di ciascun indicatore sono stati sviluppati disciplinari tecnici e software di calcolo per garantire la standardizzazione del processo e il confronto dei risultati nel tempo.

La misura degli indicatori di sostenibilità si basa sul Life Cycle Assessment. È un dato concreto da cui partire per impostare le azioni migliorative e individuare le criticità della produzione vitivinicola che impattano sull’ambiente. I risultati sono verificati da un ente terzo indipendente accreditato.

Formazione per operatori della sostenibilità

Alla fase pilota, che si è conclusa nel 2014, avevano partecipato alcune grandi aziende del settore; oggi più di cento aziende (comprese le cantine sociali) di tutto il territorio nazionale aderiscono al programma VIVA.

Negli ultimi due mesi hanno siglato la loro adesione al programma VIVA sei nuove realtà; cinque imprese di fama mondiale l’hanno rinnovata. Oltre alle aziende, tra gli stakeholder ci sono consulenti, enti di verifica, operatori del settore vitivinicolo, accademici, sommelier, studenti. Tutti possono partecipare ai corsi di formazione per operatori della sostenibilità.

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VIVA ha ottenuto il punteggio massimo

VIVA è il primo standard pubblico italiano che misura i progressi della filiera vitivinicola in materia di sostenibilità e si conferma come uno dei migliori.

Ha ottenuto il punteggio di 12/12 nello studio (svolto dal 2019 con cadenza annuale) commissionato a Intertek dal “Nordic Alcohol Monopolies” per il 2023 a cui hanno partecipato 43 schemi internazionali. Lo studio valuta la portata e la solidità dei programmi in merito a gestione, coltivazione sostenibile e produzione analizzando 27 requisiti relativi a: governance e qualità; aspetti sociali; aspetti ambientali della coltivazione e delle materie prime; aspetti ambientali delle materie prime e delle bevande.

La valutazione premia anche le aziende aderenti al programma VIVA che, negli anni, hanno sempre dimostrato di ricercare la piena sostenibilità anche economica e hanno sottolineato l’importanza di una maggiore internazionalizzazione del programma.