Una bella storia di “restanza” dei giovani siciliani
La cooperativa sociale Verbumcaudo sorge in quella che fino al 1983 era la proprietà dei fratelli Greco, famiglia mafiosa di Ciaculli. Le indagini di Giovanni Falcone portarono alla confisca dei terreni.
La località sorge alle porte di Palermo ed è ricordata per una strage di mafia in cui morirono sette uomini delle forze dell’ordine nel 1963.
Oggi fortunatamente è famosa per il mandarino tardivo, un presidio Slow Food che si raccoglie da gennaio a marzo ma è reperibile tutto l’anno trasformato in liquori, marmellate, e altri gustosissimi prodotti.
Verbumcaudo, oasi di agricoltura biologica
Ma nella zona non si coltivano solo mandarini. Verbumcaudo è una vera e propria oasi di agricoltura biologica condotta da undici giovani che nel 2019 hanno costituito la cooperativa per restituire la terra alla legalità: un simbolo di riscatto da vari punti di vista.
Da un lato c’è il desiderio di ridare vita a campi abbandonati facendoli tornare alla comunità, dall’altro c’è la voglia di rimanere nella propria terra e investire per renderla produttiva.
Una storia di “restanza” di ragazzi e ragazze che hanno acquisito competenze diverse e le mettono al servizio dell’agricoltura: ingegneri, geologi, guide naturalistiche, agronomi, commercialisti e addetti alle lavorazioni agricole qualificati.
Verbumcaudo ha avuto il sostegno della Fondazione con il Sud e della Fondazione Peppino Vismara. Il progetto generale è del Consorzio Agrietica insieme ai Comuni di Polizzi Generosa e Valledolmo, Confcooperative Sicilia, Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo e CRESM.
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Coltivare comunità, seminare il futuro
Il motto di Verbumcaudo è “coltivare comunità, seminare futuro”. In questi 150 ettari fertili cresce anche la speranza del territorio e della sua comunità grazie alla creazione di occupazione per i giovani.
Le coltivazioni sono rigorosamente biologiche, rispettano l’ambiente e seguono i tempi e i ritmi della natura.
Il grano duro Marco Aurelio si trasforma in pasta trafilata al bronzo con una lavorazione artigianale.
Il pomodoro siccagno, tipico della Valle del Belice, non indica una qualità di pomodoro quanto un metodo di coltivazione: infatti è coltivato senza bisogno di acqua, lavorando il terreno per trattenere l’umidità e sfruttando le escursioni termiche tra il giorno e la notte e i venti. Da questo pomodoro si ottiene una passata saporitissima.
Da un vitigno autoctono a bacca bianca dedicato a Placido Rizzotto (vittima di mafia nel 1948) si ottiene il Catarratto, un vino bianco fermo caratteristico dell’enologia siciliana.
I legumi non sono da meno: ceci, lenticchie verdi e rosse, tutti coltivati in biologico.
Infine, non poteva mancare l’olio d’oliva. I ragazzi di Verbumcaudo stanno riportando alla piena produzione l’uliveto secolare. Si può contribuire concreto alla rinascita dell’uliveto aderendo alla campagna “Adotta un albero d’olivo”.
I prodotti sono disponibili nell’emporio biologico Entroterra, oppure sull’e-shop.