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Ruralità ed imprenditorialità

Le comunità rurali possono diventare centri imprenditoriali, se rivitalizzati in maniera creativa. E' necessario però affrontare una serie di sfide che non possono trovare risposta nei tradizionali modi di fare impresa

Ruralità ed imprenditorialità
Foto di andrea candraja da Pixabay

di Nicola Pirina

L’attuale diminuzione della popolazione nelle campagne ed il contemporaneo declino degli affari nelle zone rurali sono accadimenti innegabili, ma non è necessario che siano considerati inevitabili. Chi dice che la ruralità sia destinata al perpetuo calare dimentica che questa è stata anche la previsione errata per altre incomprese storiche.

Troppe, purtroppo.

Credo fermamente che le comunità rurali possano, di fatto, diventare centri imprenditoriali, se rivitalizzati in maniera creativa. Le comunità rurali possono offrire molte attrazioni (tra le altre, costi inferiori, mancanza di congestione, un maggiore senso di comunità, qualità ambientali impareggiabili ed un ritmo di vita più lento), presentano vantaggi intrinseci per determinati tipi di attività e, grazie alla tecnologia, possono raggiungere clienti e comunità in ogni parte del pianeta, senza alcun detrimento o sacrificio dello stile di vita rurale e dei prodotti.

Tuttavia, le comunità rurali non avranno successo su larga scala da sole. Le storie di successo rurali, sebbene riflettano una visione considerevole e il duro lavoro di alcuni imprenditori agricoli, leader nelle comunità locali, si sono spesso giovate di sostegno politico (locale, nazionale ed europeo) nei momenti critici. E non solo. Ma non basta la politica (coi suoi errori e storture). Serve rigenerare senso di comunità, dell’ambiente e della salute.

La ruralità, per essenzialità e dimensioni, continuerà ad avere un’importanza enorme dal punto di vista economico e sociale. Deve però affrontare una serie di sfide che non possono trovare risposta nei tradizionali modi di fare impresa e ruralità.

E’ improbabile, innanzitutto, che la dipendenza dai modelli tradizionali possa continuare inalterata, perché i cambiamenti sociali sempre più veloci, le dimensioni delle aziende agricole ed i progressi tecnologici consentono agli agricoltori di coltivare in modo efficiente superfici sempre più grandi. Di conseguenza, mentre la produzione aumenta, il numero di singole aziende agricole e di persone direttamente impiegate in agricoltura è in continua diminuzione. Allo stesso modo, una maggiore automazione significa che è probabile che le strutture di lavorazione agricola tradizionali richiedano meno dipendenti.

Vero. Ma quanti sono i terreni incolti? Quanti quelli da bonificare e riutilizzare? Perché sono incolti?Quanti sono gli inoccupati, disoccupati, percettori di sostegno pubblico, NEET e così via?

Concentrare gli sforzi su un singolo operatore, in secondo luogo, anche se ha le spalle robuste, non è una strategia vincente per la maggior parte dei territori, tra le altre non stimola la creatività intrinseca in una comunità, rendendola dipendente dalle decisioni interne di società multinazionali, spesso insediate ma non integrate.

La fibra ottica, infine, è tutt’altro che onnipresente. La ragione principale di questa mancanza è ben nota, troppo costosa da portare nelle comunità rurali, con bassa densità di popolazione, rispetto a un ambiente urbano, non è un’opzione redditizia per i principali operatori delle telco.

Ma l’importanza della fibra ottica (o di quello che rappresenterà la connettività veloce in futuro) non può essere sottovalutata, la mancanza, a breve, comporterà la condanna a morte dei territori sprovvisti, senza, le aziende, non possono competere con quelle situate in aree coperte, non si possono utilizzare strumenti di agricoltura di precisione, diventano difficili le politiche di prezzo e così via. 

Infine, l’accesso al capitale, continua ad essere una lotta.

A parte le precondizioni, tra cui quelle appena esposte, il fattore determinante più significativo per stabilire se una comunità rurale sarà in grado di prosperare o sarà in continuo declino è la cultura e lo spirito di iniziativa della comunità e delle persone che la sceglieranno come residenza per vivere e lavorare.

Se saranno in grado di creare un ambiente in cui la creatività e l’imprenditorialità sono visibili e incoraggiate, allora anche le comunità, apparentemente in inesorabile declino, avranno ogni opportunità di rivitalizzarsi.

Serve alimentare territorialmente ambienti di collisione di pensieri e di collaborazione in cui imprenditori (ed aspiranti tali), innovatori, studenti, visionari e altri creativi possano essere messi in grado di incontrarsi e sviluppare nuove idee.

I potenziali imprenditori, nelle comunità rurali, spesso mancano di esempi locali positivi, c’è poco a cui possono guardare, hanno difficoltà a trovare compagni d’avventura quando condividono i loro sogni e, troppo spesso, questo li porta ad abbandonare i loro sogni e a trasferirsi in città, dove credono che esistano maggiori opportunità.

Pertanto, uno degli obiettivi di un’azione a favore dell’imprenditorialità rurale è la creazione di un ambiente in cui i residenti possano vedere altre persone con background, istruzione, esperienze, competenze, conoscenze, network et similia per poter provare a pensare con coraggio ad una carriera imprenditoriale.

Le aree rurali presentano poi vantaggi intrinseci per alcune delle industrie emergenti più promettenti. Su tutte agritech e farmshoring (intimamente collegate anche se non totalmente compliant), specialità e bioeconomia: 

  • agritech include una gamma di tecnologie (precisione, protezione, attrezzature, sensori, finanza, software, hardware, marketing, acque, additivi naturali and so on) relative all’agricoltura (terreni, prodotti, processi).
  • farmshoring è una pratica del settore IT che implica l’esecuzione di determinate funzioni (ad esempio, supporto tecnico) esternalizzate in aree rurali locali piuttosto che in paesi stranieri. Le comunità rurali offrono diversi vantaggi per le aziende che cercano di esternalizzare rispetto ai concorrenti esteri meno sviluppati, come fusi orari simili, cultura e linguaggio comune, maggiore facilità di viaggio per le interazioni di persona (al netto delle pandemia e dei loro effetti nel tempo), riduzione della necessità di conformarsi ai requisiti di più sistemi legali, vantaggi in termini di riservatezza dei dati rispetto all’offshoring internazionale, competitività sui costi coi concorrenti dei paesi in via di sviluppo.
  • La crescente domanda di prodotti speciali e pre-lavorati di valore più elevato crea nuove importanti opportunità per produttori e trasformatori innovativi, oltre a margini per unità più elevati, i prodotti speciali infatti sono più difficili da sostituire rispetto alle materie prime e sono molto meno suscettibili a controversie commerciali o politiche.
  • La bioeconomia potrebbe avere un impatto particolarmente potente sull’economia rurale se le comunità rurali, per citare un esempio lampante, potessero partecipare come proprietari e investitori ad innovativi progetti basati sulle biomasse piuttosto che semplicemente come fornitori di materie prime.

Anche nel settore agrifood, pertanto, per poter contare su un futuro possibile e migliore, servono innovatori, visionari, pionieri, dreamer, supereroi, indomiti, trendsetter, studenti, passionari, comunicatori, negoziatori, capitani, educatori e leader … e la cosa più urgente è l’attualizzazione di queste caratteristiche umane nel rispetto dei nuovi scenari di domanda che, post pandemia, sarà notevolmente modificata sia in quanto tale che per il tramite delle modifiche ai comportamenti d’acquisto.

Gli imprenditori decidono di trasformare la propria fantasia in realtà. E tanto più vitale è la loro storia tanto giganteschi saranno gli obiettivi nuovi. L’imprenditorialità rurale, propria e diversificata, è quella imprenditorialità che garantisce valore aggiunto alle risorse rurali nelle zone rurali impegnando enormi risorse umane rurali.

Servono i nuovi interpreti, eticamente giusti, geneticamente orientati alla sostenibilità, umilmente pronti per la propria comunità.

L’imprenditorialità è un intervento di sviluppo strategico che potrebbe accelerare il processo di sviluppo rurale, in fondo la maggior parte della popolazione rurale dipende, direttamente e indirettamente, dall’agricoltura, dalla pesca, dalla zootecnia o dal lavoro rurale associato a piantagioni e allevamenti, insieme ad attività ausiliarie legate ai comuni rurali. Le strategie di sviluppo dell’imprenditorialità rurale efficaci devono infatti anche includere lo sviluppo di attività economiche non agricole per facilitare la transizione delle attività informali nel settore della crescita formale. 

Serve un’azione basata sullo stimolo del talento imprenditoriale locale e sulla conseguente crescita di aziende autoctone. 

L’imprenditorialità nelle zone rurali sta trovando una miscela unica di risorse, all’interno o all’esterno dell’agricoltura. Pertanto, un imprenditore rurale è qualcuno che è disposto a rimanere nella zona rurale e contribuire alla creazione di ricchezza locale. In una certa misura, tuttavia, gli obiettivi economici di un imprenditore e gli obiettivi sociali dello sviluppo rurale sono più strettamente interconnessi che nelle aree urbane.

Per questo motivo l’imprenditorialità nelle zone rurali deve essere basata sulla comunità.

Cos’altro deve avere una comunità rurale che lotta per evolvere e non solo per resistere?

  1. Il ruolo delle istituzioni educative nello sviluppo rurale è di cruciale importanza. Aiutano a creare una forza lavoro capace e a mantenere una forza lavoro qualificata nella comunità. Nelle zone rurali le giovani leve saranno gli agenti del cambiamento. Ma devono poterlo vedere come possibile, devono avere gli strumenti.
  2. Venture builder, ossia startup studio, ossia aziende che come core business generano aziende. Agricole. Serve supportare gli imprenditori ed i talenti che si devono esprimere. Servono abilitatori di abilità.
  3. Servono stimoli culturali, conferenze, confronti, azioni per il networking, serve assistenza tecnico specialistica per il supporto finanziario, servono pranzi e cena per amalgamare gli stimoli e le intuizioni, in fondo, in questo bistrattato paese, i migliori affari si concludono ancora a tavola.
  4. Servono robuste expertise per dare forma e sostanza, struttura e credibilità alle iniziative emergenti.
  5. Servono infine azioni di sistema per incoraggiare le persone qualificate e professionalizzate che hanno lasciato la comunità a tornare nella regione per avviare nuove imprese, attrarre nella zona manodopera qualificata licenziata dalla vicina città, sviluppare reti di produzione flessibili per produrre un particolare prodotto che nessuna delle aziende potrebbe produrre da sola.

Lo sviluppo rurale, in conclusione, richiede più di un semplice ambiente macroeconomico adeguato, serve anche almeno un quadro sociale ed istituzionale favorevole allo sviluppo economico locale, meccanismi pratici per l’assunzione e la condivisione del rischio nelle fasi iniziali e più incerte delle iniziative imprenditoriali e un sistema organizzativo favorevole alla crescita di imprese nuove ed esistenti.

La leadership della comunità, al fine di accelerare lo sviluppo rurale, deve cercare continuamente nuovi approcci innovativi allo sviluppo economico e deve promuovere un adeguato rafforzamento istituzionale che le comunità potrebbero utilizzare per sfruttare le risorse al fine di aiutare i potenziali imprenditori e le aziende esistenti a crescere, ibridando i sistemi produttivi, innovandoli.

Ho questo sogno e voglio vederlo diventare realtà. E non mi arrenderò.

Per raggiungere un obiettivo devi essere un giocatore d’azzardo, devi essere certo di poterlo fare. Non appena inizi a esitare, a dubitare di te stesso, è meglio che ti arrenda. Questo è l’atteggiamento che serve per sfidare lo status quo. Non è detto che non ci si riesca.

Queste sono parole di imprenditorialità, sogno, determinazione e disponibilità a correre dei rischi. Chi si occupa o si occuperà di identificare e sviluppare imprenditori nelle zone rurali deve costruire i programmi d’azione su questi tratti umani.

Per affrontare questa sfida, è necessario mobilitare tutto il potenziale di sviluppo disponibile e nascosto delle comunità locali. Gli imprenditori spesso rendono possibile ciò che sembra impossibile. Facciamoli sbocciare, nelle zone rurali.