Rinnovabili • Uso sostenibile pesticidi: il PE dice no a tagliarli del 50% al 2030

Affossato l’uso sostenibile dei pesticidi: l’UE non li taglierà del 50%

Sfuma un altro tassello del Green Deal, bruciato dai litigi sempre più accesi tra popolari e socialisti, ormai separati in casa a Bruxelles. Il testo torna in commissione Ambiente del PE, ma non c’è più tempo per approvarlo in questa legislatura. E la prossima potrebbe tenerlo nel cassetto

Uso sostenibile pesticidi: il PE dice no a tagliarli del 50% al 2030
Foto di Diana Polekhina su Unsplash

Strasburgo ha votato con 299 no la proposta della Commissione

(Rinnovabili.it) – L’Europa non riuscirà a stabilire in questa legislatura nuovi obiettivi per tagliare il ricorso a prodotti fitosanitari a base di molecole chimiche. La proposta della Commissione sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUR) è stata bocciata ieri dal Parlamento europeo con una maggioranza abbastanza larga: 299 i no, contro 207 sì e 121 astenuti. Il testo deve quindi tornare all’esame della commissione Ambiente. Ma così non ci sono più i tempi per chiudere l’iter – compreso il negoziato finale con il Consiglio – prima delle prossime elezioni europee e l’insediamento del nuovo esecutivo UE.

“Con questo voto il Parlamento ha di fatto respinto la proposta della Commissione e ha chiuso la prima lettura. Il Consiglio deve ancora decidere la propria posizione sulla proposta per determinare se essa verrà definitivamente respinta o tornerà al Parlamento per una seconda lettura”, recita lo scarno comunicato di Strasburgo.

Green Deal out

Con il no alla proposta sull’uso sostenibile dei pesticidi, che prevedeva di dimezzarli entro il 2030, se ne va un tassello importante del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e sulla biodiversità su cui Ursula von der Leyen aveva imperniato buona parte del suo programma su clima e ambiente.

Ed evapora anche quell’equilibrio, sempre instabile ma presente, tra le due colonne portanti della politica europea degli ultimi decenni. L’intesa tra socialisti e popolari ha iniziato a scricchiolare proprio su temi ambientali, con la Legge sul Ripristino della Natura al centro di un accesissimo scontro politico. La cui posta in palio è un nuovo equilibrio a Bruxelles dal 2024, quando si prevede che i partiti di destra ed estrema destra guadagneranno più seggi rispetto ad oggi. Una tentazione, quella di tentare un’alleanza con la destra, a cui i popolari non hanno saputo resistere.

Chi esulta e chi si rammarica per il no all’uso sostenibile dei pesticidi

“Non potevo immaginare che l’intero progetto di legge sarebbe stato calpestato in questo modo, è un’amara delusione, per la biodiversità, per la nostra salute e per quella dei nostri figli”, ha detto in conferenza stampa la relatrice del provvedimento Sarah Wiener, dei Verdi.

Diametralmente opposta, e dai toni molto accesi, la lettura che ne dà il partito popolare europeo in una nota: “Oggi il Parlamento europeo ha respinto l’approccio estremista dei Verdi e dei Socialisti volto a imporre sempre più divieti e regolamentazioni eccessive che ridurrebbero la produzione alimentare in Europa”. Una lettura che riflette le stesse parole d’ordine delle grandi lobby dell’agribusiness, contrarie alle nuove norme sull’uso sostenibile dei pesticidi così come, in precedenza, lo erano state verso una riforma realmente migliorativa della politica agricola comune e della Legge sul Ripristino della Natura.