Il taglio all’uso di pesticidi fa parte del Pacchetto Protezione della Natura
(Rinnovabili.it) – L’Europa deve tagliare l’uso di pesticidi almeno dell’80%. Non solo del 50%, come ha proposto la Commissione lo scorso giugno. Quell’obiettivo è troppo basso e non permette di tutelare davvero ecosistemi e biodiversità. Oltre a tenere l’agricoltura incatenata a pratiche insostenibili e dannose.
È la posizione con cui il parlamento europeo potrebbe presentarsi ai negoziati con la Commissione nei prossimi mesi. Cioè con una revisione del target molto al rialzo rispetto alla norma. Di solito, infatti, quale che sia il pacchetto legislativo in discussione, le correzioni proposte da Strasburgo non si staccano mai più di pochi punti percentuali da quelle proposte dall’esecutivo (e dal Consiglio).
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Un target, quello dell’80%, che è indicato nel rapporto preliminare stilato dall’eurodeputata austriaca dei Verdi Sarah Wiener, un documento che definirà la base della posizione del parlamento. Ma anche una correzione in linea con le richieste della società civile. Tagliare l’uso di pesticidi dell’80%, infatti, è quanto chiede una recente iniziativa dei cittadini europei, che ha raccolto più di 1 milione di firme tra i Ventisette, in sostegno della tutela degli impollinatori in Europa. Il -80%, nel rapporto anticipato da Euractiv, è riferito all’“uso di prodotti fitosanitari più pericolosi” ovvero quelli con proprietà cancerogene, neurotossiche o nocive per la riproduzione.
Non è l’unica variazione proposta rispetto al testo della Commissione, che fa parte del Pacchetto Protezione della Natura. Quest’ultimo proponeva come valore di base per calcolare le riduzioni il triennio 2015-2017, mentre l’Europarlamento chiede che sia il 2018-2020. Pertanto, tutto il calo nell’uso di pesticidi già conseguito in questi 3 anni di differenza non conterebbe ai fini del target al 2030.
Più morbida invece la posizione sul divieto di uso di pesticidi nelle aree definite “sensibili”, dove Strasburgo potrebbe chiedere che vengano esentate le zone dove il bando poggia su ragioni non legate ai prodotti fitosanitari, ad esempio nei pressi di monumenti storici.