Tutti vorrebbero vivere a lungo e in buona salute; è evidente che questo può avvenire solo se ci mettiamo l’impegno di fare scelte di vita che prevedono esercizio fisico, niente fumo e poco alcool. Gli studi recenti attribuiscono a una dieta sana un ruolo altrettanto importante nell’allungare la durata della vita.
L’alimentazione ha un ruolo determinante
Uno studio di Greta Caprara, ricercatrice dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), Diet and longevity: the effects of traditional eating habits on human lifespan extension, sottolinea come l’invecchiamento e l’aspettativa di vita dipendano da un insieme di fattori genetici, ambientali, comportamentali e dietetici.
Gli scienziati sono però concordi nell’attribuire all’alimentazione un peso determinante.
A tal fine, lo studio mette a confronto diversi tipi di diete con l’insorgenza delle cosiddette malattie non trasmissibili tipiche dei paesi occidentali (tumori, diabete, obesità, malattie cardiovascolari e respiratorie) e illustra le proprietà nutraceutiche e gli effetti più rilevanti sulle popolazioni di alcune diete: mediterranea, giapponese, vegetariana, nuova nordica.
La dieta migliore per la longevità
“Plos Medicine” ha pubblicato uno studio – Estimated impact of food choices on life expectancy: a modeling study – che spiega come un cambiamento nella dieta prolungato nel tempo possa portare benefici in termini di salute a persone di tutte le età.
Ovviamente, prima si comincia, migliori saranno i risultati. A tale proposito, gli studiosi hanno messo a punto Food4HealthyLife, un sistema per calcolare l’impatto di una dieta sana sulla salute.
Combinando i risultati di queste ricerche con i dati dello studio Global burden of disease, che fa il punto sulla salute della popolazione di paesi diversi, emerge con evidenza il fatto che l’aspettativa di vita varia a seconda dell’assunzione dei cibi.
L’analisi considera una lunga serie di cibi: frutta, verdura, cereali integrali, cereali raffinati, noci, legumi, pesce, uova, latticini, carne rossa, carne lavorata e bevande zuccherate.
I ricercatori hanno messo a confronto la tipica dieta occidentale – che abbonda di alimenti trasformati, carne rossa, latticini ad alto contenuto di grassi, cibi ad alto contenuto di zuccheri, cibi preconfezionati, poca frutta e verdura – con quella che ritengono migliore per la longevità, ricca di legumi (fagioli, piselli e lenticchie), cereali integrali (avena, orzo e riso integrale), noci e meno carne rossa e trasformata.
Cambiare abitudini fa bene
Se vogliamo vivere a lungo e bene, vale la pena riflettere sui risultati dello studio. Adottando una dieta sana dall’età di 20 anni, l’aspettativa di vita aumenterebbe di oltre dieci anni; cambiare dieta a 60 anni regalerebbe otto anni, a 80 anni l’aspettativa di vita potrebbe aumentare di quasi tre anni e mezzo.
Non è così semplice stravolgere le proprie abitudini alimentari. I ricercatori hanno fatto un calcolo anche sull’adozione di una dieta “intermedia”, e anche in questo caso la longevità aumenta anche se in modo meno evidente.
Bisogna evidenziare che il periodo minimo per ottenere benefici da un cambio di dieta sono dieci anni, e lo studio non ha considerato gli effetti in un tempo più lungo. Inoltre, un cattivo stato di salute nel passato può influenzare l’aspettativa di vita.
Infine, i dati riflettono una media, mentre per ogni persona ci sono molti fattori che possono incidere sullo stato di benessere generale (fattori genetici, fumo, alcool ed esercizio fisico).
Al di là di tutto, però, rimane il fatto che un’alimentazione sana ci fa vivere bene il presente e il futuro che desideriamo dipenderà dalle scelte che facciamo oggi.