La Dichiarazione di Bari definisce un piano d’azione strategico quinquennale per la protezione delle piante dalle fitopatie firmato dai rappresentanti dei Paesi NENA. La diffusione delle fitopatie rappresenta una grave minaccia alla sicurezza alimentare, richiede pertanto strategie comuni e rapidità di azione
(Rinnovabili.it) – La Dichiarazione di Bari, piano d’azione strategico quinquennale per la protezione delle piante dalle fitopatie, è stata firmata dai rappresentanti dei ministri dell’Agricoltura di numerosi Paesi del Vicino Oriente e del Nord Africa (NENA, Near East and North Africa).
Fitopatie, una minaccia alla sicurezza alimentare
Il meeting tra i ministri è stato organizzato da FAO e CIHEAM Bari (Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes). L’obiettivo dell’incontro è promuovere la collaborazione internazionale per proteggere le piante dalle fitopatie, siano esse nuove o riemergenti, e garantire risposte tempestive alle minacce ai sistemi alimentari.
Il CIHEAM Bari ha già stabilito una collaborazione con la FAO e la Regione Puglia per contrastare la diffusione della Xylella e del punteruolo rosso. Sta anche sviluppando sistemi innovativi per la rilevazione satellitare e la geolocalizzazione delle piante infette.
Tra le fitopatie che stanno destando grandi preoccupazioni tra gli agricoltori si segnalano: Xylella fastidiosa che colpisce le piante di olivo (secondo i dati di Coldiretti, in Puglia ha contagiato oltre 21 milioni di piante su un’estensione di 8mila Kmq, pari al 40% della Regione Puglia), moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii), punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus), verme dell’esercito autunnale (Fall armyworm) del mais (Spodoptera frugiperda), locuste (Locusta migratoria), fusariosi delle palme (Fusarium oxysporum f. sp. albedinis) e delle banane (Fusarium oxysporum f. sp. cubense), ruggine del grano (Puccinia graminis f. sp. tritici), mosca della frutta (Ceratitis capitata).
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Definire strategie comuni
Le patologie si diffondono a livello globale, ragione per cui i ministri hanno riconosciuto prima di tutto l’opportunità di analizzare i propri sistemi di protezione delle piante.
Successivamente, hanno concordato la necessità di definire strategie comuni per contenere la diffusione di patogeni e parassiti che minacciano gravemente la sicurezza alimentare in Paesi già duramente colpiti dai cambiamenti climatici: la FAO stima che le fitopatie causino alla produzione agricola perdite dal 25 al 40%.
Inoltre, parassiti e malattie delle piante possono avere impatti negativi sull’ambiente, compromettere gli ecosistemi e minacciare la biodiversità.
I ministri dei Paesi NENA hanno dichiarato la disponibilità dei rispettivi governi a creare un fondo comune da destinare al monitoraggio delle aree e alla protezione delle piante dalle fitopatie. Tali risorse confluiranno in un fondo comune gestito dalla FAO.
Questa disponibilità e la condivisione di una strategia incoraggiano i Paesi donatori e le Agenzie Internazionali a sostenere finanziariamente gli sforzi dei governi dei Paesi mediterranei.
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Agire in tutta la Regione Mediterranea
Le delegazioni che hanno visitato le aree colpite da Xylella fastidiosa hanno confermato l’urgenza di un’azione non più solo a livello locale o nazionale, ma dell’intera Regione Mediterranea a cui le fitopatie causano degrado economico, sociale e ambientale.
È altresì necessario cambiare i sistemi agroalimentari della Regione Mediterranea per renderli più efficienti e resilienti.
L’attuazione del piano d’azione contenuto nella Dichiarazione di Bari è articolata e complessa. In primis è necessario potenziare l’assistenza tecnica e la formazione del personale; bisogna poi creare laboratori, realizzare programmi di monitoraggio e adottare misure per compensare gli agricoltori che sono costretti a distruggere le loro coltura per eradicare le fitopatie.
Infine, è indispensabile garantire le risorse per finanziare la ricerca.