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Un nuovo approccio all’alimentazione

Foto di Joanna Wielgosz da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – La necessità di avere sistemi di alimentazione sani e sostenibili non può prescindere da una valutazione che coinvolga anche la salute e l’ambiente.

Nuovi modelli di alimentazione

Nel 2050 il sistema alimentare dovrà nutrire circa dieci miliardi di persone: l’Obiettivo 2 (Fame zero) dell’Agenda 2030 sembra veramente irraggiungibile.

Tante sono le disparità e gli opposti: da chi muore di fame a chi muore perché mangia troppo e male. A questo si aggiunge il dovere di non distruggere ulteriormente le risorse del Pianeta, che già ora non gode di uno stato di salute invidiabile.

I modelli di produzione e consumo alimentare possono invertire queste tendenze, migliorando la salute dell’uomo e del Pianeta.

Parlando di sana alimentazione si è citata spesso la Dieta Mediterranea (ritenuta non solo sana, ma anche sostenibile) e della Piramide Alimentare dove sono rappresentati i cibi da assumere sempre e quelli da assumere con parsimonia.

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Lo stesso sistema alimentare è adatto a tutti?

Eppure c’è una domanda a monte che bisognerebbe porsi: uno stesso sistema alimentare è adatto a tutti in ogni parte del mondo?

L’Università di Napoli Federico II e la Fondazione Barilla hanno provato a dare una risposta nel Rapporto One Health: un nuovo approccio al cibo – La Doppia Piramide per connettere cultura alimentare, salute e clima.

I ricercatori sono giunti a un’importante conclusione: possono esistere modelli diversi ma ugualmente sani, come propone in sette modelli di Doppia Piramide della salute e del clima. Declinazioni diverse di alimentazione sana e sostenibile che siano accessibili, economiche, sicure, eque e culturalmente accettabili che aiutano le persone a fare le giuste scelte alimentari.

La Doppia Piramide riconosce ad agricoltori e pescatori un ruolo fondamentale nella transizione verde dei sistemi alimentari globali.

A loro va garantito l’accesso alla terra e ai mercati, alle sementi e alla tecnologia: la chiave per aumentare la produttività e la resilienza ai cambiamenti climatici, garantire la sovranità alimentare, e nello stesso tempo tutelare la biodiversità e gli ecosistemi.

Conoscere i principi di una sana alimentazione

Alimentazione e salute sono indissolubilmente connesse: ogni anno muoiono più di 9 milioni di persone a causa di malattie cardiovascolari premature conseguenti alla cattiva alimentazione.

Una dieta basata sul consumo di frutta, verdura, frutta secca a guscio, legumi, pesce, cereali integrali e oli vegetali non tropicali può prevenire sia la malnutrizione che le malattie non trasmissibili.

Per conoscere i principi di una sana alimentazione le persone devono essere correttamente informate, come si propone di fare la Piramide della Salute.

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I sistemi agroalimentari sono ritenuti responsabili di emissioni gas climalteranti, degradamento dei suoli, consumo di acqua, deforestazione, perdita di biodiversità. È evidente quanto sia necessario un cambiamento, che oltre all’alimentazione coinvolga sia la salute che l’ambiente.

La Piramide della Salute contiene un elenco degli alimenti che si dovrebbero consumare spesso per proteggersi dalle malattie cardiovascolari e quelli che al contrario possono facilitarne l’insorgenza. La particolarità è che i cibi sono raggruppati in categorie (ad esempio, oli vegetali) e non considerati come singoli alimenti (ad esempio, olio d’oliva). Questo perché i principi di una sana alimentazione vanno rapportati alla disponibilità di materie prime e alla cultura alimentare locale.

La Doppia Piramide applicata ai diversi contesti culturali

La Piramide del Clima è basata sull’impronta di carbonio dei cibi: quelli di origine animale causano emissioni più alte rispetto ai cibi di origine vegetale.

Interessante l’applicazione della Doppia Piramide a sette diversi contesti geografici e culturali: Asia meridionale, Asia orientale, Africa, Mediterraneo, Paesi Nordici e Canada, America Latina, Stati Uniti. Per ogni regione sono stati scelti o Paesi più rappresentativi per dimensione della popolazione e distribuzione geografica. Inoltre, 44 esperti hanno partecipato a una consultazione online.

Il risultato ha portato all’elaborazione di sette Doppie Piramidi culturali composte da circa 45 alimenti suddivisi in 18 gruppi, che tengono conto delle diete tradizionali e locali e delle nuove tendenze dell’alimentazione.

La Doppia Piramide della Salute e del Clima valuta la relazione tra cibo e salute e tra sistema alimentare e ambiente. Prende in considerazione tutte le occasioni di consumo, quindi non solo i pasti principali ma anche merende, street food, pranzi al sacco, fornendo una panoramica complessiva dell’alimentazione.

Da non dimenticare che in alcune parti del mondo l’alimentazione è connessa alla religione, che in alcuni casi (ebraica, musulmana) ha prescrizioni molto severe.

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Quello che fa bene alla salute fa bene anche al Pianeta

La conclusione che si trae dalla lettura è che in linea generale gli alimenti che dovremmo consumare più spesso per preservare la nostra salute sono anche quelli che hanno minore impatto climatico. Ma emerge anche che è possibile rispettare le tradizioni e le preferenze locali limitando l’impatto ambientale.

Da leggere con attenzione anche parte riservata alla cultura alimentare delle sette aree del mondo. Per ognuna di esse è evidenziato il tipo di alimentazione più sano e sostenibile basato su produzioni locali e permette di conoscere meglio popoli e culture diverse dalla nostra.

Una curiosità: in Africa si consumano 470 tipi di insetti, come normale componente della dieta. Particolarmente apprezzati lombrichi e locuste.

10 raccomandazioni strategiche

Il rapporto formula in conclusione dieci raccomandazioni strategiche fondamentali per orientare i sistemi alimentari verso diete sane e sostenibili.

  1. Includere la sostenibilità e la salute in tutte le politiche e i settori, comprese le scuole, la sanità, i luoghi di lavoro, le politiche agricole ed economiche, mediante campagne più ampie di educazione e informazione alimentare.
  2. Stabilire norme in materia di diete sostenibili, fissandone e monitorandone gli indicatori, e affrontare i compromessi fondamentali mediante una collaborazione multi-stakeholder e una governance partecipativa.
  3. Promuovere la sostenibilità e riconnetterla con le tradizioni, il patrimonio e la storia culinaria, promuovendo contemporaneamente normative e protocolli di sicurezza globali per gli alimenti nutrienti.
  4. Ideare interventi politici in grado di determinare un cambio strutturale per affrontare la totalità del cambiamento nelle abitudini alimentari, come pure le implicazioni socio-economiche e ambientali.
  5. Promuovere politiche alimentari urbane integrate che sostengano filiere più corte, offrano programmi di agricoltura urbana per sostenere i mercati locali e contrastino i deserti alimentari.
  6. Creare infrastrutture e promuovere programmi di istruzione e formazione per incentivare i (piccoli) agricoltori a coltivare in modo sostenibile e ad accedere ai mercati di alimenti nutrienti.
  7. Adottare una politica di approvvigionamento alimentare a minore impatto ambientale in grado di assicurare l’accesso a cibo sano, nutriente e sostenibile in tutte le istituzioni pubbliche e private, sostenendo al contempo le economie e gli agricoltori locali.
  8. Proporre, verificare e mettere a punto i principi di sostenibilità in linee guida alimentari e assicurare che le raccomandazioni nutrizionali siano basate sulle migliori evidenze scientifiche a disposizione.
  9. Reindirizzare le sovvenzioni all’agricoltura dalle colture principali verso alimenti nutrienti e sostenibili per assicurarne la disponibilità e l’accessibilità ai gruppi più vulnerabili.
  10. Favorire l’adozione di scelte alimentari sane e sostenibili abilitando gli ambienti alimentari e sfruttando appieno il potenziale della pubblicità e del marketing dei prodotti alimentari.

Ovvio che ogni azione, per avere successo, debba coinvolgere ogni segmento della società: politica, filiere alimentari, consumatori.

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