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Triciclazolo nel riso, l’UE alza la soglia di tolleranza?

L’Unione Europea potrebbe, dietro richiesta dei produttori, alzare la soglia di tolleranza di triciclazolo nel riso importato dai Paesi asiatici dove la sostanza è permessa. In Europa è vietata dal 2016 perché non è stata esclusa la sua pericolosità per la salute umana

Image by Quang Nguyen vinh from Pixabay

(Rinnovabili.it) – Il triciclazolo è un anticrittogamico molto usato fino a qualche anno fa per contrastare nel riso la diffusione di un parassita, il brusone (Piricularia oryzae).

L’uso del triciclazolo è stato vietato nell’Unione Europea nel 2016 perché non ne è stata esclusa la pericolosità per la salute umana. È stata vietata anche l’importazione di prodotti con residui superiori a quelli ammessi.

Il problema si sta riaffacciando perché il riso asiatico importato nei Paesi UE – e quindi anche in Italia – contiene il triciclazolo.

Per questo motivo il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, hanno chiesto al Governo italiano di intervenire per bloccare nell’UE ogni eventuale autorizzazione a tollerare il triciclazolo nel riso che arriva dai paesi asiatici.

Secondo Coldiretti e Filiera Italia il rischio che arrivi sulle tavole il riso trattato con questa sostanza chimica non è affatto remoto. Infatti l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha dato parere favorevole a introdurre una soglia di tolleranza per i residui di triciclazolo nel riso importato da Cambogia, Myanmar, Vietnam, India e Pakistan, dove tale sostanza non è vietata.

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Leggi severe per i Paesi UE

La richiesta di fissare un nuovo limite è arrivata dalla multinazionale che produce l’anticrittogamico. La risposta, fortunatamente, non è automatica: la decisione spetta alla Commissione Europea dopo aver raccolto dagli Stati membri il voto favorevole all’innalzamento del nuovo limite. Altrimenti la Commissione potrebbe decidere di ignorare la valutazione dell’EFSA.

Come rilevano Coldiretti e Filiera Italia, la revisione della soglia di tolleranza per i prodotti importati danneggerebbe le imprese italiane ed europee che sono tenute a rispettare una legislazione più restrittiva: violerebbe il principio di reciprocità che impone ai prodotti importati il rispetto degli stessi standard (sociali, sanitari e ambientali) in vigore per i Paesi UE e sarebbe un passo indietro sul principio di precauzione.

La domanda che si pongono Coldiretti e Filiera Italia è se abbia senso imporre alle imprese italiane il rispetto di leggi severe se poi dall’estero si aggirano per introdurre prodotti a prezzi stracciati.

La risposta a questa domanda arriva dai numeri: lo stop alla clausola di salvaguardia sul riso ha fatto aumentare di 30 volte le importazioni dal Myanmar nel 2022, con le inevitabili ripercussioni su economia e occupazione.