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Trasformare la CO2 in proteine per l’alimentazione umana

Da una ricerca dell’Università di Aarhus parte quella che potrebbe diventare una rivoluzione ambientale e alimentare: trasformare la CO2 in proteine per l’alimentazione umana. Sembra fantascienza, invece è un processo biochimico semplice che non segnerà la fine dell’agricoltura

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Image by Gerd Altmann from Pixabay

Nutrirsi di CO2: rivoluzione ambientale e alimentare

(Rinnovabili.it) – Se si trovasse il modo di trasformare la CO2 in proteine si risolverebbero contemporaneamente due problemi, seppure in modo parziale: l’emergenza ambientale e l’insicurezza alimentare. Infatti l’eccesso di CO2 nell’atmosfera è una delle grandi emergenze ambientali con cui ci dobbiamo confrontare.

Sembra fantascienza, invece è una tecnologia che l’Università di Aarhus (Danimanrca) sta testando per ora solo in laboratorio, ma presto partirà la sperimentazione su una scala più ampia.

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Si parte dal biogas

Trasformare la CO2 da problema in risorsa è alla base degli studi che la Novo Nordisk Foundation e la Bill & Melinda Gates Foundation hanno deciso di sostenere con un finanziamento di 200 milioni di corone danesi (circa 27 milioni di euro).

L’idea di partenza è una ricerca di Lars Angenent – docente di Biotecnologia climatica nell’Università di Tubinga (Germania) e nell’Università di Aarhus – che è riuscito a costruire una piattaforma che trasforma la CO2 dal biogas in proteine commestibili per uso umano.

L’obiettivo di lungo periodo della ricerca è collegare questa tecnologia alle centrali elettriche o alle fabbriche che emettono grandi quantità di CO2 per trasformare in proteine quella che oggi viene rilasciata nell’atmosfera.

Spiega il prof. Angenent: «Costruiremo un bioreattore che estrarrà biogas direttamente dall’impianto e lo trasformerà in proteine commestibili. Se il sistema funzionerà, pensiamo di utilizzare la CO2 in eccesso proveniente dalle industrie».

Un processo biochimico semplice

Quella che sembra una tecnologia molto complicata in realtà è un processo biochimico abbastanza semplice.

«Stiamo utilizzando processi naturali per convertire la CO₂ in qualcosa che possiamo mangiare. Alcuni microrganismi, come ad esempio i batteri, si nutrono di CO₂ e la convertono in acido acetico. In questo modo otteniamo il lievito per convertire l’acido in proteine. Il processo è semplice, si tratta di perfezionarlo per renderlo più efficiente possibile».

Innanzitutto, la proteina ottenuta dalla CO2 deve avere un buon sapore, altrimenti le persone non la mangeranno. Poche persone, forse solo gli ambientalisti più motivati, sono disposte a mangiare qualcosa che sa di carne ma non è carne unicamente per il bene del Pianeta. Per questo deve essere conveniente: il prezzo basso sarà una spinta a mangiarla.

Per ora gli esperimenti sono sul biogas, ma l’ambizione dei ricercatori di Aarhus è trovare altre fonti di CO2 da catturare per convertire in cibo.

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Trasformare la CO2 in proteine non sarà la fine dell’agricoltura

Ovviamente questo non significa la fine dell’agricoltura, ma renderla più sostenibile. La produzione di frutta e verdura rimarrà indispensabile, viceversa si potrebbero ridurre un po’ gli allevamenti di bestiame per lasciare maggiori estensioni di terreno disponibili per le coltivazioni. Avere più terra significa ottenere uguali quantità di prodotti senza sovrasfruttarla.

Quanto tempo occorrerà per passare dalla sperimentazione alla realizzazione? In teoria dovrebbero bastare un paio di anni per costruire un sito pilota in Danimarca da collegare alla linea di produzione esistente in una fabbrica che emette CO2.

Se il prototipo funziona in modo efficiente, si potrà replicare rapidamente e spingere l’acceleratore verso la transizione verde.