L’UE inizierà a discutere il provvedimento sui nuovi OGM nell’ultimo trimestre di quest’anno. La proposta che la Commissione ha pubblicato a luglio “indebolirebbe gravemente o eliminerebbe completamente i controlli di sicurezza”, sostiene l’associazione ambientalista
Per l’UE le piante ottenute tramite TEA sono assimilabili a quelle convenzionali
(Rinnovabili.it) – Se l’Europa sdoganerà i nuovi OGM assisteremo allo smantellamento delle garanzie di sicurezza che oggi devono accompagnare per legge ogni organismo geneticamente modificato. Con conseguenze potenzialmente molto significative per l’ambiente e la salute umana, ma anche per gli agricoltori. È la posizione di Greenpeace sulla legge su quelle che in Italia chiamiamo Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). L’iter del provvedimento si sta avvicinando a dei giri di boa cruciali con gli incontri del Consiglio Agricoltura e Pesca in programma tra ottobre e dicembre.
“Se adottata, la proposta legislativa indebolirebbe gravemente o eliminerebbe completamente i controlli di sicurezza e i requisiti di etichettatura, sulla base di affermazioni non dimostrate da parte delle aziende biotecnologiche”, afferma l’associazione ambientalista. Indice puntato sulla proposta presentata a luglio dove Bruxelles crea due categorie di OGM, distinguendo quelli “tradizionali” dalle TEA. Per quest’ultime è prevista una sostanziale deregolamentazione sulla base della loro presunta equivalenza agli organismi naturali. Equivalenza che è stata contestata come “non scientifica” da un rapporto di ENSSER, lo European network of scientists for social and environmental responsibility.
I nuovi OGM “non sarebbero soggetti a valutazioni del rischio ambientale, monitoraggio dopo il rilascio, tracciabilità ed etichettatura (ad eccezione delle sementi)”. Mentre anche per gli OGM tradizionali cadrebbero alcuni obblighi, a partire da quello del monitoraggio continuativo.
I rischi delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA)
Quali potrebbero essere i rischi? Su tutti, Greenpeace sventola alcuni studi che concludono che le Tecniche di Evoluzione Assistita causano delle mutazioni non desiderate nel DNA. Non è tutto. La proposta sulle TEA varrebbe anche per le piante selvatiche e gli alberi. Che potrebbero quindi essere rilasciate “senza valutazione del rischio, tracciabilità o monitoraggio dei loro impatti”. Il pericolo, sottolinea Greenpeace, è che le nuove piante geneticamente modificate “potrebbero trasferire materiale genetico ad altre piante simili, con effetti imprevedibili sulle catene alimentari e sull’ecosistema in generale”.
Per gli agricoltori, poi, l’introduzione delle TEA potrebbe lasciare un impatto profondissimo. “La coesistenza di nuovi OGM con l’agricoltura convenzionale o biologica sarebbe difficile se non impossibile”, visto che non esisterebbe un monitoraggio e i coltivatori in biologico e di piante tradizionali sarebbero costantemente esposti al rischio di contaminazione dei loro campi.