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Stress idrico, come evitare conflitti tra i settori ad alto consumo d’acqua

Mais, grano e uva richiederanno dal 10 al 16% in più di acqua nel 2035-2065 anche in uno scenario di aumento medio del riscaldamento globale

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Foto di Jill Wellington da Pixabay

Lo studio del Cmcc sullo stress idrico per le colture più vulnerabili

(Rinnovabili.it) – Nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, mais, grano e uva richiederanno sempre più acqua a causa del cambiamento climatico. Ma l’aumento globale della temperatura farà diminuire progressivamente le risorse d’acqua a disposizione e porterà a un aumento sensibile dello stress idrico. In media, coltivare questi tre prodotti richiederà il 13%, il 16% e il 10% di acqua in più già nel giro di 15 anni. Sono le stime elaborate da uno studio guidato dal Cmcc, che si basa sugli scenari di cambiamento climatico spinto (RCP8.5) e intermedio (RCP4.5).

I sistemi agricoli del bacino mediterraneo sono considerati ad alto rischio perché dipendono fortemente dall’irrigazione. Già oggi circa il 20% del territorio europeo e il 30% degli europei sono colpiti nel corso dell’anno da siccità e scarsità d’acqua. Lo stress idrico potenziato dal climate change colpirà soprattutto Spagna, Italia meridionale e insulare e Grecia, prevede l’Agenzia UE per l’ambiente: in queste aree la portata estiva dei fiumi potrebbe diminuire fino al 40%, in uno scenario di aumento della temperatura di 3°C.

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“Comprendere gli effetti dei cambiamenti climatici sul consumo di acqua e sui fabbisogni irrigui delle colture mediterranee è fondamentale per gestire al meglio le risorse idriche, in particolare nelle regioni siccitose e interessate da conflitti emergenti tra i settori ad alto consumo d’acqua, puntualizza il Cmcc.

Tra il 2035 e il 2065, la produzione di mais, grano e uva richiederà più acqua. Parallelamente, però, cresce la siccità e quindi lo stress idrico. Questo porterà ad un generale declino della resa, nota lo studio, specialmente per le colture di base come il mais e il grano. “L’aumento della domanda irrigua, associata alla riduzione delle forniture d’acqua dovuta ai cambiamenti climatici, potrà portare a sfide significative per la gestione delle risorse idriche, contese tra diversi settori (es. uso domestico, produzione di energia, turismo, processi produttivi industriali)”.

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“Per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, le politiche e le strategie dovrebbero essere sviluppate valutando le interconnessioni, le sinergie e i trade-off tra i vari settori” ha commentato Sara Masia, ricercatrice del Cmcc e primo autore dell’articolo. “Questo approccio integrato può supportare i responsabili politici dei diversi settori nel prendere decisioni sull’ambiente, la sicurezza delle risorse e l’economia e sviluppare piani e strategie mirati alla gestione integrata sostenibile delle risorse”.