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Stampa in 3D, la nuova dimensione degli alimenti

Alcuni ricercatori dell’Università della Florida stanno sperimentando le applicazioni della stampa in 3D per la riproduzione degli alimenti. Le possibilità sono tante, alcune decisamente interessanti e potrebbero rivelarsi utili anche in funzione antispreco

Image by Santo Montalto from Pixabay

(Rinnovabili.it) – Le applicazioni della stampa in 3D ci hanno abituato all’idea della riproducibilità di tutto, o quasi tutto. L’ultima frontiera di questa innovazione riguarda gli alimenti, anche se per i più tradizionalisti serve un grande sforzo di fantasia per immaginare in che modo una stampante 3D possa riprodurre un alimento.

Nell’Institute of Food and Agricultural Sciences dell’Università della Florida alcuni ricercatori del dipartimento di Ingegneria agraria e biologica stanno sperimentando le applicazioni della stampa in 3D per la riproduzione degli alimenti.

Le tante applicazioni della stampa in 3D

A parte quella che può essere la presentazione creativa per la riproduzione di un alimento, alcune applicazioni interessanti di questa tecnica possono essere utili per le persone affette da disfagia (ovvero la difficoltà di deglutizione dovuta al transito ostacolato di liquidi e/o solidi dalla faringe allo stomaco) o da altri problemi di deglutizione.

Chi soffre di disfagia è costretto ad alimentarsi con cibi morbidi e umidi come lo yogurt o i purè di frutta e di verdura.

Si dice che si mangia un po’ anche con gli occhi, e questi alimenti non sono certo appetitosi. L’idea a cui stanno lavorando i ricercatori è quella di riuscire a ripristinare l’aspetto estetico dei cibi: ad esempio, restituire a una carota frullata il suo aspetto originario.

Un’altra possibile applicazione della stampa in 3D per gli alimenti si ha in caso di guerre o carestie: aggiungendo un po’ di acqua, i cibi disidratati ritrovano la forma originaria e la stampa in 3D conferisce loro un aspetto più attraente.

Perfino i genitori che si disperano per far mangiare le verdure ai figli potrebbero trovare una soluzione nella stampa 3D!

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Idee contro lo spreco alimentare

Nei corsi dell’Institute of Food and Agricultural Sciences gli studenti imparano a cambiare la forma degli alimenti e a ricostruire il cibo.

Parlando di spreco alimentare, il cibo che avanza si può ricaricare nella stampante per dargli una nuova forma più accattivante. Addirittura gli avanzi possono essere stampati in forma di stoviglie: ciotole del pane, tazze o piatti in cui servire i cibi.

Le idee ci sono, ma la strada è ancora lunga perché le stampanti 3D diventino uno dei tanti elettrodomestici che usiamo comunemente in cucina, utili ed economici.