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Giornata di sensibilizzazione, lo spreco alimentare si combatte anche con le app

Combattere lo spreco alimentare è un imperativo etico: un dovere verso il Pianeta e verso miliardi di persone che vivono in condizioni di insicurezza alimentare. Il vero problema non è tanto produrre di più ma sprecare di meno. Un contributo interessante arriva dalla tecnologia: le app antispreco mettono in contatto il donatore con il ricevente con risultati davvero interessanti

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Photo by Gaelle Marcel on Unsplash

di Isabella Ceccarini

il 29 settembre si celebra Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e lo spreco alimentare

(Rinnovabili.it) – Ridurre lo spreco e la perdita di tonnellate di cibo è un dovere che ognuno di noi ha verso il Pianeta, ma soprattutto verso le tante persone – purtroppo in costante aumento – che ogni giorno soffrono per la fame e la malnutrizione.

Il Premio Vivere a Spreco Zero

La Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e lo spreco alimentare chiama all’azione le autorità, le imprese, le associazioni, le persone.

È un’occasione per aumentare la consapevolezza su un problema che riguarda il mondo intero e che l’Obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030 chiede almeno di dimezzare prima che sia troppo tardi.

I più bravi hanno partecipato alla decima edizione del Premio Vivere a Spreco Zero 2022, un contest promosso da Last Minute Market rivolto ad enti pubblici, imprese, cittadini, scuole e associazioni per promuovere le migliori buone pratiche di prevenzione dello spreco alimentare e di impegno in favore dell’educazione alimentare e della sostenibilità.

I finalisti saranno proclamati il 16 ottobre, i vincitori saranno premiati il 25 novembre.

Il vero problema non è produrre di più ma sprecare di meno

Circa il 14% del cibo mondiale viene perso dopo il raccolto, circa il 17% è sprecato nella vendita al dettaglio e a livello di consumo. Il nocciolo della questione, quindi, non è tanto produrre di più ma sprecare di meno. A perdita e spreco è dovuto circa l’8-10% dei gas serra, complici dei cambiamenti climatici che causano ingenti danni ambientali e mettono in difficoltà l’agricoltura, e quindi gli approvvigionamenti di cibo. I numeri della malnutrizione sono impressionanti: si stima che 3,1 miliardi di persone in tutto il mondo non abbiano accesso a una dieta sana e che circa 828 milioni di persone soffrano la fame.

La trasformazione dei sistemi alimentari è una priorità

La trasformazione dei sistemi alimentari è urgente per la salute dell’uomo e del Pianeta. Ridurre perdita e spreco alimentari è fondamentale per la transizione verso sistemi alimentari sostenibili, ridurre l’impatto sull’ambiente e garantire la sicurezza alimentare. Possiamo essere parte attiva del cambiamento? La guida Get Involved della FAO (scaricabile gratuitamente) aiuta a capire in modo semplice le dimensioni del problema e spiega quali sono le azioni concrete da mettere in campo: azioni alla portata di tutti.

leggi anche FAO: 15 consigli per ridurre gli sprechi alimentari e divenire un Food hero

Nel 2022 lo spreco domestico in Italia ha raggiunto i 7 miliardi di euro (dato Waste Watcher International Observatory), una cifra enorme che riguarda solo il cibo che compriamo, non consumiamo e quindi buttiamo. Pensiamo anche ai costi “invisibili” come lavoro, acqua, energia, fertilizzanti, carburanti, e al costo di smaltimento degli scarti alimentari.

Innovazione e tecnologia per combattere lo spreco

Stiamo vivendo un periodo storico difficile che impone inevitabili sacrifici, e anche nel nostro Paese molte famiglie sono costrette a rinunciare a una dieta sana (Coldiretti, ad esempio, documenta un calo nel consumo di frutta e verdura dell’11%). A questo punto dovrebbe essere chiaro perché è tempo di cambiare abitudini e non sprecare ha un valore etico oltre che economico. L’innovazione e la tecnologia sono la chiave per ridurre perdita e spreco. Una prova pratica viene dalle app antispreco che hanno un doppio valore: mentre evitano lo spreco permettono alle persone di acquistare cibo di qualità a prezzo ridotto.

Le app antispreco

Le app attualmente disponibili hanno caratteristiche diverse, ma un identico obiettivo: combattere lo spreco. Vediamo di seguito quelle più “gettonate”.

Too Good To Go è nata in Danimarca nel 2015; in Italia è operativa dal 2019. L’app mette in collegamento fornitori (bar, ristoranti, forni, supermercati, etc.) e consumatori: i primi mettono in vendita a prezzi ridotti nelle Magic Box i prodotti ancora buoni che il giorno dopo non possono tornare sugli scaffali e i consumatori acquistano cibo buono spendendo poco. Come funziona? Si cercano sull’applicazione i locali che aderiscono all’iniziativa, si ordina la Magic Box e si va a ritirare dove e quando indicato.

Partire dal proprio frigo a caccia di ricette

BestBefore è una piattaforma di e-commerce dove si cercano i cibi per categoria (salumi, formaggi, frutta, etc.), i prodotti imperfetti, a fine stock o in scadenza. Un algoritmo sconta il prezzo con il passare dei giorni: dal 5% al 50%. Si procede all’acquisto ed entro 48 ore il pacco arriverà direttamente a casa.

Svuotafrigo si differenzia dalle altre nel metodo, ed è molto divertente. Si inserisce un ingrediente e l’app suggerisce più di 25mila ricette per cucinare con quello che c’è nel frigo. Ad esempio, abbiamo mele sopravvissute ma ancora perfettamente commestibili? Svuotafrigo propone una serie di ricette – tratte dai siti specializzati più in voga – che vanno dalla classica torta di mele ad altre con accostamenti più… osé.

Trasparenza assoluta con la blockchain

Regusto si rivolge ad aziende ed enti non profit. Le aziende caricano sulla piattaforma il cibo da donare o vendere, gli enti non profit prenotano i prodotti da produttori, distributori, grande distribuzione e industria (le aziende possono accettare o rifiutare la prenotazione), la piattaforma traccia ogni transazione in blockchain per avere assoluta trasparenza. Il sistema inoltre permette di elaborare statistiche e indici di impatto.

Con MyFoody si può fare la spesa risparmiando fino al 50%. Nata nel 2015 dall’idea di un gruppo di ragazzi under 30, collabora con le catene della grande distribuzione e propone anche modalità pratiche antispreco come la ricetta del bread pudding al cioccolato. Dietro a MyFoody ci sono consapevolezza, rispetto del cibo, impegno per un futuro sostenibile e per l’ambiente. I fornitori guadagno dal cibo in scadenza, coinvolgere la community porta i giovani a cambiare stile di vita, nei negozi aumentano le visite e le vendite in nome della sostenibilità.

Che fine fa il cibo che avanza nei buffet?

Avete mai pensato a quanto cibo si spreca negli eventi? Ad esempio, che fine fa il cibo che avanza alla fine dei matrimoni? Anche qui sta cambiando qualcosa grazie ad associazioni come Equoevento o Foodbusters.

Equoevento è un’idea di quattro giovani professionisti del catering. Constatato l’enorme spreco di cibo durante gli eventi, hanno deciso di recuperare gli avanzi e donarli a enti assistenziali, case famiglia, poveri. A un orario concordato, gli operatori di Equoevento vanno nel luogo del ricevimento con le attrezzature per il trasporto, ritirano le eccedenze e le consegnano direttamente ai bisognosi.

Nel 2016 i Foodbusters-Gli Acchiappacibo hanno fondato nelle Marche la prima associazione di recupero del cibo di qualità. I Foodbusters, come dei supereroi, recuperano le eccedenze alimentari degli eventi come matrimoni o meeting aziendali e le trasportano – ovviamente seguendo tutte le regole igienico-sanitarie – a enti di carità, case famiglia, mense per i poveri. Chi ha donato il cibo avrà traccia in tempo reale del viaggio del cibo dal ritiro alla consegna finale. Tra i nuovi progetti di Foodbusters ci sono quelli che riguardano i ristoranti, gli hotel e i supermercati.

Un ricevimento senza spreco è possibile

Anche un sito specializzato come The Real Wedding dà pochi ma fondamentali suggerimenti antispreco per il ricevimento di matrimonio:

ridurre le portate di pranzi o cene placée (sarà sufficiente prevedere due mezze porzioni di primo oppure antipasto, primo e secondo. Torta nuziale più piccola da completare con bicchierini monoporzione); 

buffet con angoli tematici, molto apprezzato dai giovani, dove ognuno prende solo quello che vuole;

• ultimo, ma non per importanza, accordarsi con un’associazione antispreco affinché i meno fortunati possano godere di quello che rimane e si faccia un favore all’ambiente.