di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – “Prosecco e sai cosa bevi”, potremmo dire prendendo in prestito un famoso spot della birra di qualche anno fa con Renzo Arbore. Il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG ha investito su questo territorio puntando su qualità e sostenibilità e si è adoperato perché le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene diventassero Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 2019. Dallo stesso anno, inoltre, esiste il divieto assoluto all’uso di glifosato, facendo di quest’area il più vasto territorio viticolo d’Europa glifosato-free (i produttori di champagne non l’hanno ancora eliminato).
Nel 1986 scoppiò in Italia lo scandalo del metanolo, quando del vino adulterato causò intossicazioni e decessi. Rispetto ad allora la produzione è calata, ma è aumentata la qualità dei vini (i DOC e DOCG erano il 10% del totale, oggi siamo al 60%, compresi gli IGT) ed è salito l’export, segno che puntare sulla qualità conviene. Il vino è un ambasciatore del valore italiano nel mondo: il Prosecco, in particolare, è diventato un simbolo dello stile italiano e il percorso intrapreso dal Consorzio vuole coniugare qualità, paesaggio, innovazione e cultura nel segno della sostenibilità riconoscendovi la chiave per rafforzare il territorio e la comunità.
Nonostante la crisi Covid-19 abbia messo in ginocchio la nostra economia, «la natura non si ferma, e nemmeno l’attività del Consorzio» ha detto Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela, quando ha presentato anche quest’anno il Protocollo Viticolo che promuove la gestione virtuosa del vigneto attraverso la difesa integrata della vite. Nel 2019 è stato avviato il progetto di Certificazione SQNPI (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata): si tratta di una certificazione molto severa che prevede numerosi controlli, ma è anche una grande opportunità per il territorio e per le aziende, che hanno colto l’aumento di valore potenziale di un prodotto certificato. Questo territorio vocato alla coltivazione della vite può diventare un laboratorio di innovazione; non a caso, proprio qui venne creata nel 1966 la prima strada del vino che collegava la produzione con l’enoturismo.
Il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG e Fondazione Symbola hanno realizzato uno studio – Il futuro del vino italiano. Qualità, sostenibilità e territorio – Il presente e le sfide del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG – per determinare la possibilità di migliorare prodotti e processi produttivi della filiera vitivinicola mantenendo alti livelli di sostenibilità e di qualità.
Partire dal territorio significa preservare e rigenerare una risorsa che soffre delle ricorrenti crisi climatiche e dei trattamenti inquinanti e aggressivi. Diverse le misure da adottare individuate dallo studio: ridurre il consumo di acqua; ridurre l’uso di prodotti fitosanitari (si sta anche studiando l’introduzione di varietà resistenti); evitare il rischio di erosione e di perdita di suolo grazie alle canalizzazioni (la manutenzione dei ciglioni – terrazzamenti in erba anziché con muri a secco – garantisce stabilità al terreno, preserva l’inconfondibile paesaggio e protegge la biodiversità); investire nella produzione di energie rinnovabili per ridurre l’emissione di CO2; riutilizzare i sottoprodotti derivanti dalla vinificazione e dalla potatura; adozione di packaging sostenibile.
Soluzioni interessanti sono proposte da Novamont: la pacciamatura con teli in Mater-Bi, costituiti a partire da polimeri biodegradabili in suolo a norma della EN13432. Gli erbicidi a base di acido pelargonico possono ridurre, se non sostituire, i prodotti chimici: l’acido pelargonico è completamente biodegradabile in suolo in 48 ore, non nuoce alle api e non danneggia i micro-organismi del suolo. I bio-lubrificanti hanno elevata biodegradabilità, bassa tossicità e garantiscono alti livelli di prestazione.
Qualità e sostenibilità devono avere degli standard di misurazione. Qui subentra il know-how di EnelX, azienda globale con le radici nell’energia e la strategia aperta alla digitalizzazione, all’innovazione, alla circolarità e alla sostenibilità, tutti elementi che costituiscono un vantaggio competitivo per un’azienda.
La storia del Prosecco dimostra che grandi e piccoli produttori possono partecipare a una sfida comune mettendosi in rete. Dobbiamo innovare, ma partiamo dall’Italia che c’è: «non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia», recita il Manifesto di Assisi.
«Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa dove andare». Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, cita Seneca per dire che invece l’Italia sa dove vuole approdare: vuole rispondere alle sfide del futuro senza perdere la propria anima.