Nasce un’associazione di aziende vitivinicole siciliane accomunate dalla volontà di condividere buone pratiche rispettose dell’ambiente, socialmente eque, economicamente efficaci e trasparenti nei confronti del consumatore. Perché «la sostenibilità non è un processo casuale, ma un atto volontario»
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – «La sostenibilità non è un processo casuale, ma un atto volontario che, oltre alla sapienza tramandata, richiede il supporto della scienza, della tecnologia e dell’organizzazione». Questa, in sintesi, è l’idea che anima SOStain, un’associazione aperta alle aziende vitivinicole della Sicilia – che seguono principi di coltivazione biologici, biodinamici, naturali o convenzionali – accomunate dalla volontà di condividere buone pratiche rispettose dell’ambiente, socialmente eque, economicamente efficaci e trasparenti nei confronti del consumatore. Aderiscono a SOStain – nata con il sostegno di Consorzio Sicilia e Assovini – aziende che esprimono la migliore tradizione vitivinicola siciliana: Arianna Occhipinti, Barone di Villagrande, Conti Tasca d’Almerita, Cos, Cusumano, Marchesi di Rampigallo, Naero, Planeta, Tenuta di Santo Spirito, Terre di Noto, Vinding Montecarrubo.
L’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile in Viticoltura presieduta da Giuseppe Tasca d’Almerita, a cui aderiscono le aziende di SOStain, si riunisce periodicamente per condividere buone pratiche agricole sostenibili e discutere con il comitato scientifico (composto da esperti e docenti universitari) i bisogni di ricerca e innovazione sostenibili.
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SOStain è diversa da certificazioni analoghe: ritiene infatti che gli impatti delle attività agricole superino i confini dei campi che si coltivano per riflettersi sul benessere dei lavoratori e sulla salute dei consumatori. Inoltre valuta l’intera azienda agricola, non un solo prodotto. Le azioni messe in atto da SOStain intendono coinvolgere le comunità locali, valorizzare il territorio e conservare le risorse naturali. L’obiettivo finale di SOStain è rappresentare lo sviluppo sostenibile della vitivinicoltura siciliana allargando la partecipazione degli imprenditori affinché condividano buone pratiche in agricoltura.
I requisiti SOStain per la sostenibilità
Per aderire a SOStain sono necessari 10 requisiti minimi, verificati ogni due anni da un organismo di certificazione indipendente riconosciuto da ACCREDIA, che ne garantisce trasparenza e rigore scientifico. Vediamo in cosa consistono i 10 requisiti minimi:
- Solo trattamenti con un impatto sull’ambiente, sull’agricoltore e sul consumatore inferiore o uguale a quello del biologico (valutati secondo l’indicatore EIQ-Environmental Impact Quotient che determina l’impatto ambientale dei pesticidi comunemente usati). È vietato il ricorso al diserbo chimico.
- Vini sicuri. Il contenuto di solfiti è uguale o inferiore a quello previsto dal regolamento comunitario che disciplina i vini biologici.
- Il prato d’inverno per la difesa del suolo. I filari del vigneto vengono inebriati durante l’inverno per contrastare l’erosione e mantenere la sostanza organica nel suolo.
- Solo l’energia che serve. I processi di vinificazione utilizzano al massimo 0,6 kwh/l di vino.
- Bottiglie leggere anche per l’aria. Il peso medio delle bottiglie di vetro deve essere inferiore o uguale a 485,8 g/ 0,75 litro.
- Uve, persone e competenze il più possibile locali. Il 100% delle uve eventualmente acquistate, almeno l’80% dei dipendenti e almeno il 50% dei servizi impiegati devono essere risorse locali.
- Misura e protezione della biodiversità. Adozione del protocollo OAB (Observatoire Agricole de la Biodiversité) per rilevare la biodiversità all’interno dei vigneti.
- Materiali ecocompatibili nel vigneto. Per la realizzazione dei nuovi vigneti SOStain vengono impiegati solo materiali riciclabili o biodegradabili.
- Non solo un bollino. Parole enumeri che raccontano un impegno. Pubblicazione annuale del bilancio di sostenibilità per garantire la trasparenza delle azioni intraprese e dei risultati raggiunti.
- VIVA la sostenibilità: la misurazione dell’impatto sull’aria, sull’acqua, sul vigneto e sul territorio. È richiesto il calcolo, su scala aziendale, degli indici proposti dal programma VIVA, avviato nel 2011 dal Ministero dell’Ambiente per misurare e migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio, Vigneto). Nel 2014 è stato approvato un disciplinare a cui devono aderire le aziende che vogliono ottenere la validazione VIVA.
SOStain gode del patrocinio del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, che è una ulteriore garanzia di serietà del progetto. Ma la vera differenza la fanno i produttori che hanno operato una precisa scelta di campo che riassumono in poche, efficaci parole – «lavoriamo ogni giorno per lasciare ai nostri figli un ambiente migliore del nostro» – che concretizzano con piccole, grandi azioni quotidiane come abbattere gli sprechi idrici ed energetici o cambiare gli imballaggi per diminuirne l’impatto ambientale.
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Anche su questi produttori vitivinicoli virtuosi siciliani il Covid ha avuto un impatto pesante, con una perdita di circa il 28% del fatturato. Ma hanno provato a vedere il bicchiere (è proprio il caso di dirlo) mezzo pieno cercando di rimettere tutto in discussione per ripartire più sostenibili che mai.