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Slow Food Heroes, la coesione che nasce dal cibo

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Credits: Slow Food

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Rinascere dopo il Covid-19. Il progetto Slow Food Heroes vuole incoraggiare e far conoscere storie virtuose e buone pratiche messe in atto nel mondo dell’agroalimentare per reagire a un periodo di grande difficoltà. Un racconto di esperienze positive che potrebbero ispirare altri a seguire la stessa strada. Storie che rafforzano il senso di solidarietà in tempi di crisi e danno una speranza per il futuro.

Il progetto Slow Food Heroes è finanziato da European Cultural Foundation con il contributo della Fondazione CRC.

Il cibo connette realtà diverse

La coesione di una comunità inizia da qui, sembra essere il significato profondo di Slow Food Heroes. Ma perché eroi? È facile in periodi di crisi rimboccarsi le maniche e fare di tutto per rimettersi in piedi. Questi eroi, invece, sono persone che si sono date da fare per aiutare quelli che da soli non ce l’avrebbero fatta. Ecco allora che si organizzano raccolte fondi per acquistare attrezzature mediche o attivare iniziative di mutuo soccorso per aiutare i meno fortunati.

«Ancora una volta il cibo ha avuto un ruolo chiave nel connettere le diverse realtà. Cuochi, produttori e artigiani, tra cui molti migranti e giovani, hanno lanciato nuove iniziative legate alla produzione, alla distribuzione e al consumo di cibo per affrontare la pandemia», commenta Marta Messa, direttore di Slow Food Europe. Le storie degli Slow Food Heroes di tutto il mondo saranno pubblicate sui canali digitali fino a giugno 2022.

L’emergenza impone di aiutare i più deboli

Tra le tante, la storia del pizzaiolo Franco Pepe. Già premiato per la migliore pizza, detentore del titolo di Ambasciatore del Gusto e Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. A Franco non è bastato che fossero celebrati i suoi successi in cucina, come racconta: ««All’improvvisa chiusura, ci siamo trovati con tanto impasto e materie prime inutilizzate. Non potevo sprecarle, mentre fuori c’era gente che non riusciva a mangiare nemmeno un pasto. È iniziato così, quasi per caso, il nostro progetto di solidarietà per la gente di Caiazzo e dei dintorni.

Abbiamo iniziato a cuocere il pane, poi i biscotti, e ovviamente anche le pizze, che portavamo a chi aveva fame, non solo di cibo, ma anche di calore umano. Abbiamo panificato chili di pane da donare, e fin dai primi giorni abbiamo smaltito tutto nel giro di poche ore. Così, ho deciso di continuare a panificare, con un paio di ragazzi del mio staff e con le dovute precauzioni, sfornando pane e pizze per i meno fortunati.

Poi ho capito che dovevo fare di più e ho lanciato la raccolta fondi per l’ospedale di Caserta. Volevo acquistare un respiratore e mascherine facciali filtranti. Vorrei che i miei colleghi, ristoratori e chef, facessero le stesse cose che ho fatto io nelle loro città, perché la situazione di emergenza che stiamo vivendo tutti, ma queste persone ancora più di noi, ce lo impone».

Slow Food Heroes mette le persone al centro

Come dimostrano gli Slow Food Heroes, la pandemia ha innescato una crisi gravissima, eppure qualcuno è riuscito a individuarci un’opportunità di cambiamento. Guardare il sistema agroalimentare con altri occhi innesca un rinnovamento culturale e aiuta le comunità locali a essere parte della trasformazione del sistema alimentare. Nutrire l’uomo rispettando il Pianeta affinché entrambi siano al centro delle azioni e delle politiche globali.

La pandemia ci ha reso consapevoli del peso delle nostre azioni sulla salute del Pianeta, e di come la distruzione dell’ambiente ci abbia portato a questa situazione. Come ha detto Papa Francesco, «non possiamo pensare di vivere sani in un mondo malato». È giunto il tempo di impegnarsi con maggior vigore nel cambiare le cattive abitudini.  Gli Slow Food Heroes insegnano il valore della condivisione e della coesione. Perché «la pandemia ci insegna che nessuno si salva da solo».

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