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Sistemi alimentari, riflessioni per il cambiamento

Sistemi alimentari
via depositphotos.com

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – I dati sui sistemi alimentari mondiali sono preoccupanti. Una persona su dieci è denutrita, una su quattro è in sovrappeso, più di un terzo della popolazione mondiale non può permettersi una dieta sana, le scorte di cibo sono messe a rischio da inondazioni, siccità e guerre. Nel 2020 le di persone che soffrono la fame sono aumentate del 15% rispetto al 2019, anche a causa della pandemia.

Non che il Pianeta sia messo meglio. Il settore agroalimentare emette circa il 30% dei gas serra mondiali, l’espansione delle terre coltivate, dei pascoli e delle piantagioni di alberi determina i due terzi della perdita nelle foreste (ogni anno scompaiono 5,5 milioni di ettari), le cattive pratiche agricole degradano i suoli, inquinano e impoveriscono le riserve idriche e riducono la biodiversità.

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Sistemi alimentari, insicurezza e cambiamenti climatici: un problema globale

La connessione tra i diversi punti che abbiamo elencato è ormai chiara, l’allarme degli scienziati è forte, cresce ovunque la preoccupazione. Non tutti, però, hanno chiaro un concetto base: l’aumento dell’insicurezza alimentare e il cambiamento climatico non sono questioni che appartengono a uno schieramento politico, coinvolgono il mondo intero e come tali vanno affrontate con decisione e in modo condiviso, poiché gli attuali sistemi alimentari hanno costi ingenti, economici e di vite umane.

I sistemi alimentari sono fatti di scienza: agricoltura, salute, clima, intelligenza artificiale, tecnologie digitali, politica, economia. È evidente quanto sia importante un approccio olistico ai problemi.

In vista del Food Systems Summit indetto dalle Nazioni Unite, scienziati di diverse discipline hanno stilato una serie di rapporti sulla situazione dei sistemi alimentari mondiali e hanno messo in evidenza alcune priorità per affrontare la sfida alimentare, commisurate anche alla situazione geografico-climatica dei diversi Paesi.

Partire da tre punti chiave

Tre sono i punti cardine con cui cercare di raggiungere l’equilibrio dei sistemi alimentari: potenziare la ricerca e lo sviluppo nel settore agroalimentare per aumentare la produttività in modo sostenibile; ridurre gli sprechi e le perdite alimentari; corredare i programmi di protezione sociale inserendovi componenti relative al reddito e alla nutrizione. Ad esempio, i programmi di alimentazione scolastica hanno un duplice valore: incentivano la frequenza scolastica dei bambini e garantiscono loro un pasto sano al giorno.

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Siccità, aumento dei biocarburanti, barriere commerciali che hanno scatenato la speculazione finanziaria sui prezzi degli alimentari, conflitti: l’insieme di queste concause ha alzato il livello di allarme in Africa, dove facendo salire il numero di persone che soffrono a causa dell’insicurezza alimentare. Eppure, ci si può impegnare per allentare la spirale negativa.

L’uso delle nuove tecnologie come telerilevamento e sistemi avanzati di previsioni meteorologiche limiterebbero i danni ai raccolti e al bestiame, i sistemi di irrigazione a energia solare ridurrebbe il rischio di siccità. Intelligenza artificiale e droni consentono agli agricoltori di individuare le aree che hanno bisogno di irrigazione, fertilizzazione e protezione dai parassiti. La bioscienza può essere utile per ripristinare la salute del suolo e migliorare l’efficienza delle colture. Grazie a ingegneria genetica e biotecnologia possono aumentare produttività, qualità e resistenza delle colture ai parassiti e alla siccità.

La povertà, associata alle disuguaglianze di genere, causa un duplice svantaggio. Ad esempio, se in Etiopia le famiglie con capofamiglia donna avessero le stesse risorse di quelle con capofamiglia uomo, la loro produttività nella coltivazione del mais aumenterebbe di oltre il 40%.

I registri blockchain dei diritti di proprietà sono un’opportunità interessante per proteggere il fondamentale diritto alla terra dei piccoli proprietari, delle donne e dei popoli indigeni. A questo vanno affiancati programmi educativi su alimentazione e agricoltura e previsti sistemi di finanziamento per le aree rurali.

Proteine alternative

Sistemi alimentari sani devono prevedere fonti alternative di proteine, come quelle ​​vegetali e derivate dagli insetti, anche per l’alimentazione animale; vanno studiate tecniche di coltivazione che richiedano minori quantità di fertilizzanti. È fondamentale tutelare la biodiversità, anche preservando le diverse varietà di semi, ovvero scegliendo quelle più resilienti ai cambiamenti climatici.

L’attenzione al cibo si orienta maggiormente a quello che deriva dalle coltivazioni in terra, ma l’ambiente acquatico offre alimenti altrettanto interessanti dal punto di vista nutrizionale e ambientale.

Evidenziati questi punti chiave, la sostenibilità dei sistemi alimentari può meglio concretizzarsi in presenza di una condivisione dei risultati della ricerca, prevedendo la formazione degli agricoltori alle tecnologie di nuova generazione e realizzando quelle infrastrutture, sia fisiche che digitali, che ne permettono l’utilizzo. Ulteriore ma non ultimo, occorre un costante confronto tra governi e comunità scientifiche per rendere possibile un effettivo cambiamento.

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