Rinnovabili • Sicurezza alimentare: rischio caldo estremo sul 70% della produzione agricola entro 2045

Il caldo estremo mette a rischio il 70% della produzione agricola nel 2045

Uno studio della società di consulenza strategica sul rischio globale avverte: un poco più di 20 anni il climate change danneggerà i raccolti in 64 paesi in tutto il mondo contro i 20 di oggi. I peggiori in Africa, ma ci sono anche Stati Uniti, Cina e Brasile

Sicurezza alimentare: rischio caldo estremo sul 70% della produzione agricola entro 2045
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Anche la sicurezza alimentare dell’Italia peggiora: da 143° a 82° paese al mondo per livello di rischio

(Rinnovabili.it) – Quest’anno un’ondata di calore molto precoce, intensa e duratura ha messo in ginocchio il Pakistan a partire da marzo. Con danni molto grandi per i raccolti, visto che le temperature elevate sono arrivate durante i periodi più critici per le piante. La produzione di riso è calata del 10%, quella di mango – il frutto nazionale – del 60%, grano e altri cereali hanno subito flessioni più contenute. Poi le terribili inondazioni di queste settimane hanno devastato almeno 80mila ettari di terreno agricolo che nel 2023 non produrranno nulla. Ma a livello globale, qual è l’impatto del clima che cambia sulla sicurezza alimentare?

Quello che è successo nel 2022 al Pakistan è un’anticipazione di cosa può accadere in molti altri paesi già nei prossimi decenni, avverte un’analisi di Verisk Maplecroft, una società di consulenza sul rischio globale. Entro il 2045, infatti, un insieme di paesi da cui arriva il 70% della produzione alimentare saranno soggetti a calore estremo, con temperature sufficientemente alte da mettere a repentaglio i raccolti. Una previsione che si concretizzerà se il pianeta non cambierà traiettoria di riscaldamento globale e se le attuali politiche non saranno implementate appieno (lo scenario climatico di riferimento è l’RCP8.5).

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“Se le emissioni rimangono incontrollate e le temperature continuano a salire, le interruzioni legate al caldo estremo nelle catene di approvvigionamento alimentare globali diventeranno sempre più comuni”, spiega Will Nichols di VeriskMaplecroft. “Questo farà aumentare ulteriormente i prezzi, metterà a dura prova le economie e spingerà milioni di persone verso la fame”.

crediti: Verisk Maplecroft

Sarà però l’Africa il continente dove si concentra il rischio maggiore. Nove dei 10 paesi più colpiti si trovano lì, inclusi i tre peggiori: Ghana (il secondo produttore mondiale di cacao), Togo e Repubblica Centrafricana. Brasile, Cina e Stati Uniti diventeranno paesi ad alto rischio sicurezza alimentare, mentre l’Italia peggiorerà la sua posizione pur restando nella fascia di paesi a rischio alto ma non estremo: dalla 143° posizione a livello globale, il Belpaese salirà all’82° posto.

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