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In nome della sicurezza alimentare, l’UE vuole mettere la Farm to Fork nel cassetto

In un appello alla Commissione, 85 ong europee chiedono di non seguire le sirene di chi vuole rilassare i criteri di protezione di habitat e biodiversità per rispondere all’emergenza nata con l’aggressione russa dell’Ucraina

Sicurezza alimentare: la guerra in Ucraina affosserà la strategia Farm to Fork?
Foto di Bruno /Germany da Pixabay

Accantonare la F2F sarebbe “assurdo” e controproducente per la sicurezza alimentare

(Rinnovabili.it) – La guerra in Ucraina dimostra una volta di più che realizzare il Green Deal è “essenziale” per garantire la sicurezza alimentare del continente. Così come è fondamentale mettere a terra la Farm to Fork e la strategia UE sulla biodiversità. Un dietrofront, come qualcuno a Bruxelles sta pensando di fare, sarebbe deleterio. È il cuore dell’appello lanciato oggi da 85 ong europee alla Commissione in reazione alle parole del commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski.

“Se la sicurezza alimentare è in pericolo, allora dobbiamo rivedere gli obiettivi della strategia Farm to Fork e correggerli”, ha detto ieri Wojciechowski. Tradotto: allentare le tutele per habitat e biodiversità, rilassare i criteri che spingono verso un’agricoltura più sostenibile, e affidarsi ancora una volta a pratiche intensive. Russia e Ucraina sono rispettivamente il primo e il terzo esportatore mondiale di cereali. Il blocco o la riduzione sensibile dell’export stanno allarmando tutto il mondo, e anche l’Europa.

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Di fronte al calo delle importazioni, a Bruxelles si sta pensando di colmare l’ammanco con l’aumento della produzione europea. Ma per farlo bisogna andare contro alcuni elementi cardine delle politiche UE sull’agricoltura. Esattamente quello che chiede, tra gli altri, la lobby dell’agribusiness più potente, Copa-Cogeca, spiega l’associazione Terra! in un intervento molto dettagliato sull’impatto della guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare dell’Italia.

Tempo di guerra, quindi bando alla transizione ecologica e via libera a coltivare tutta la superficie disponibile: questo il ragionamento di Copa-Cogeca. Al contrario, per le ong, tra cui spiccano EEB, Friends of the Earth, Greenpeace e PAN, “annacquare la strategia Farm to Fork e le sue politiche manterrà la dipendenza dell’Europa da fonti di energia non rinnovabili come i combustibili fossili, e andrà contro ciò che è necessario in questo momento per garantire cibo per tutti”.

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Sarebbe “assurdo” espandere la quota di terreni agricoli coltivabili, come si sta proponendo, “per coltivare colture per i biocarburanti e per l’allevamento intensivo di animali, usando ancora più pesticidi e fertilizzanti sintetici”. Inoltre “aumenterebbe pericolosamente i collassi degli ecosistemi, la più grave minaccia alla stabilità socio-ecologica e alla sicurezza alimentare”. L’UE, continuano le ong, “deve affrontare le sfide attuali accelerando l’attuazione delle sue strategie per ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, per preservare il suo ambiente naturale e la salute dei suoi cittadini”.