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Semi antichi, AVASIM tutela un patrimonio inestimabile

semi antichi
Foto di WeAppU da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Per la distruzione della biodiversità è bastato un secolo, anche se i semi antichi sono un tesoro come testimonia AVASIM, l’Alleanza per la Valorizzazione delle Antiche Sementi Italiane e del Mediterraneo. È quanto risulta da un rapporto del Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro-Forestali dell’Università degli Studi di Palermo che ha studiato la produzione di grano duro dell’Italia, al primo posto tra i Paesi dell’Unione Europea.

Nel 1927 in Italia erano presenti 291 varietà di frumento, di cui ne venivano coltivate 98. Nel 1971 si è registrata la scomparsa di 250 di queste varietà di grani. Oggi in Sicilia, una delle prime regioni italiane per produzione di grano e l’unica in cui si concentra il 25% della biodiversità agraria presente in tutta Europa, la metà del grano prodotto è di una sola specie.

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L’impoverimento delle varietà vegetali è dovuto alla sempre maggiore concentrazione della produzione sulle varietà ad alta capacità di rendimento. Secondo la FAO il 60% dei generi alimentari nel mondo viene attualmente prodotto con soltanto tre colture: grano, mais e riso. La coltivazione delle varietà ad alto rendimento, che sarebbe impossibile senza l’impiego di fertilizzanti e pesticidi chimici, ha un effetto ambientale disastroso e impoverisce la produzione agricola. L’impiego di fertilizzanti impoverisce il suolo dei microelementi, i diserbanti ne distruggono l’attività microbiologica, gli agrofarmaci portano squilibri nelle popolazioni di insetti. Anche l’uso improprio della meccanizzazione altera la struttura dei terreni e in collina e in montagna provoca fenomeni di erosione del suolo.

I semi antichi, selezionati per secoli dalle popolazioni locali italiane rappresentano un presidio e un riferimento per la tutela dell’agro biodiversità, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo di filiere sostenibili. AVASIM è nata con l’obiettivo di preservare la coltivazione delle specie antiche: «AVASIMè unconsorzio internazionale che aggrega tutti gli attori delle filiere agroalimentari delle antiche sementi italiane. Siamo convinti che la nostra heritage seeds economy dei semi antichi autoctoni sia una risposta alle attuali sfide della sostenibilità, in quanto filiera legata a doppio filo all’ambiente, alla storia di luoghi unici, alla qualità, ai saperi e alle tradizioni contadini, alla cultura di scambio e di reciprocità tra comunità e generazioni», spiega Alessia Montani, presidente del consorzio.

Semi antichi e tutela dell’ambiente

I grani antichi consentono di rioccupare spazi di alta collina e montagna ritenuti marginali e spesso abbandonati, in quanto questi sono i loro areali tradizionali di coltivazione. Dal punto di vista agroambientale, ritrovano la loro importanza varietà ed ecotipi locali, promiscuità̀ di colture annuali e perenni, complessità̀ del sistema con la piantumazione di specie arboree ed arbustive, avvicendamenti e rotazioni, il tutto con l’uso di una meccanizzazione appropriata e responsabile.

Per l’alta taglia, i grani antichi non gradiscono le concimazioni chimiche e dunque, per la loro coltivazione occorre la giusta fertilità dei suoli, ripristinando la giusta percentuale di sostanza organica nello strato coltivato ottenibile mediante rotazione, sovescio, somministrazione di letame e compost. Infine, la diffusione di varietà adatte alla gestione integrata e biologica favorisce la sostenibilità delle attività agricole e l’eliminazione di sostanze dannose all’ambiente.

AVASIM lavora per agevolare, potenziare e promuovere collaborazioni virtuose e sinergiche promuovendo l’integrazione e la promozione di filiere già esistenti e di nuova generazione.

Il consorzio ha scritto un manifesto di azioni e intenti rappresentato simbolicamente dal bollino MAMA SEEDS® in cui si riconoscono quanti credono nell’eccellenza dei semi antichi autoctoni e vogliono valorizzarne le filiere, e con esse le comunità locali.

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 AVASIM ha promosso una proposta legislativa nazionale di tutela,aoggi assente. «Attraverso un comitato tecnico-scientifico formato da docenti universitari e professionisti del diritto, stiamo promuovendo una proposta di legge con l’obiettivo di riconoscere e qualificare la natura originaria e autoctona dei semi antichi, il “Made in Italy dei semi”. La tutela legislativa comprenderà un quadro normativo d’insieme che permetta (oltre che di qualificare l’originarietà dei semi antichi e proteggerli) l’ingresso dei semi antichi all’interno del patrimonio culturale nazionale nell’accezione di beni culturali come elementi fondamentali della tradizione agroalimentare italiana».

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