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Sementi biologiche, adottato il Piano nazionale

Foto di Markus Spiske su Unsplash

Selezionare le piante più adatte alle diverse esigenze degli agricoltori

(Rinnovabili.it) – Il Piano nazionale per le sementi biologiche (PNSB) ha l’obiettivo di mettere a disposizione delle aziende agricole una maggiore quantità di sementi con queste caratteristiche.

Il decreto 19 luglio 2023 con cui il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha adottato il Piano nazionale per le sementi biologiche è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 16 settembre 2020 (Serie Generale n. 217).

Il PNSB viene aggiornato ogni tre anni con il supporto scientifico del CREA e si propone di promuovere il miglioramento genetico delle piante con la collaborazione di agricoltori, tecnici e ricercatori. Vengono selezionate le piante più adatte alle esigenze degli agricoltori biologici, tenendo conto delle loro peculiarità.

Agricoltura biologica e biodiversità

L’agricoltura biologica si basa sulla biodiversità, ragione per cui le aziende agricole biologiche devono avere la disponibilità di una varietà di semi che si adatti alle diverse esigenze degli agricoltori. Infatti le esigenze non cambiano solo in rapporto al contesto climatico e ambientale, ma dipendono anche dai diversi sistemi colturali.

Il MASAF ha quindi adottato il PNSB per aumentare la disponibilità delle sementi biologiche al fine di ridurre le deroghe per l’uso di sementi non biologiche in luogo di quelle biologiche.

Inoltre, intende favorire «l’individuazione e la produzione delle “varietà equivalenti”» intendendo con questa definizione le varietà che sono «tra loro sostituibili senza arrecare potenziale danno all’agricoltore».

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Il testo del decreto

Riportiamo di seguito l’art. 1 del decreto 19 luglio 2023.

1. Ai sensi dell’art. 8, comma 1 della legge 9 marzo 2022, n. 23, è adottato il Piano nazionale per le sementi biologiche, secondo lo schema di cui all’Allegato I del presente decreto che ne costituisce parte integrante, avente la finalità di:

a) aumentare la disponibilità delle sementi biologiche al fine di una riduzione progressiva e significativa del numero di deroghe per l’uso di sementi non biologiche in luogo di quelle biologiche;

b) favorire l’individuazione e la produzione di una piu’ ampia gamma di «varietà biologiche delle specie di piante agricole adatte alla produzione biologica» di cui alle direttive di esecuzione (UE) numeri 2022/1647 e 2022/1648, migliorandone pertanto sia l’aspetto qualitativo che quello quantitativo;

c) favorire l’individuazione e la produzione delle «varietà equivalenti», così come definite all’art. 1, comma 2, lettera f) dal decreto ministeriale 24 febbraio 2017, n. 15130, quali un «insieme di singole varietà di una specie che, per caratteristiche agronomiche, fenotipiche, produttive e commerciali sono tra loro sostituibili senza arrecare potenziale danno all’agricoltore»;

d) promuovere il miglioramento genetico partecipativo, con la collaborazione di agricoltori, tecnici e ricercatori, per la selezione di piante che rispondano ai bisogni degli agricoltori, adattandosi ai diversi contesti ambientali e climatici e ai diversi sistemi colturali.

2. Il Piano nazionale per le sementi biologiche, di cui al comma 1, è aggiornato con cadenza triennale con il supporto scientifico del CREA.

3. Il Piano nazionale per le sementi biologiche è modificato o integrato con decreto Dipartimentale previo parere favorevole del Tavolo tecnico di cui all’art. 5 della legge 9 marzo 2022, n 23.

Per consultare il testo integrale del decreto cliccare qui.

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