Il dibattito sul futuro dell’agrifood riallaccia i fili della cooperazione euromediterranea a 25 anni dalla Dichiarazione di Barcellona. Cooperazione, innovazione e ricerca per promuovere una transizione giusta – ambientale, sociale ed economica – in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030, il New Green Deal Europeo e la Strategia Farm to Fork
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Cooperazione, innovazione, ricerca: parole chiave al centro del webinar “Scenari futuri per l’agrifood euromediterraneo” promosso da Prima Foundation e Unione per il Mediterraneo con l’obiettivo di individuare politiche e azioni comuni per affrontare sfide ed emergenze nate dalla pandemia che ha sconvolto gli equilibri anche nel mondo agroalimentare.
L’indagine di Prima e UpM ha individuato le priorità per ridare slancio al settore agrifood nell’area del Mediterraneo e propone soluzioni concrete per realizzarle. L’agrifood è un tema di primario interesse, come testimoniano le presenze in questo webinar: più di 300 partecipanti da 25 paesi.
«Abbiamo davanti una sfida importante: ricostruire meglio e promuovere una transizione giusta che tenga conto non solo degli aspetti ambientali ma anche di quelli sociali. Un grande lavoro che dobbiamo fare tutti insieme, anche con il settore privato, affinché nessuno sia lasciato indietro», ha detto Angelo Riccaboni, presidente di Prima Foundation.
Nella nuova normalità che siamo tutti chiamati a costruire dobbiamo affrontare una doppia sfida, alimentare ed economica. È il momento di analizzare e condividere i dati, di lavorare insieme per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, come testimonia l’azione congiunta di Prima e Unione per il Mediterraneo che si pone in linea con il New Green Deal Europeo e con la Strategia Farm to Fork. Nasser Kamel, segretario generale di Unione per il Mediterraneo, ha opportunamente sottolineato l’esigenza di un approccio olistico agli SDGs, tutti concatenati uno all’altro, in particolar modo quelli che riguardano più da vicino le attività di Prima e UpM, ovvero gli Obiettivi 2 (sconfiggere la fame), 3 (assicurare salute e benessere), 6 (garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari), 13 (combattere il cambiamento climatico).
Quale futuro vogliamo, quale direzione vogliamo dare alle nostre economie? Le macerie sociali ed economiche lasciate dalla pandemia richiedono soluzioni condivise. Comprendere le emergenze è il primo passo per individuare azioni di lungo periodo per fronteggiarle. A 25 anni dalla Dichiarazione di Barcellona (conferenza svoltasi nel 1995 tra gli Stati membri dell’UE e dodici Paesi Terzi Mediterranei. L’obiettivo era favorire la nascita di uno spazio comune di pace, stabilità e prosperità nel Mediterraneo rafforzando il dialogo in ambito politico e di sicurezza, economico e finanziario, sociale, culturale e umano, ndr) il dibattito sul futuro dell’agrifood riallaccia i fili della cooperazione regionale euromediterranea.
Per Omar Amawi, vice direttore di Prima Foundation, «l’emergenza ha messo in evidenza l’importanza dell’innovazione e della tecnologia in ogni settore, non solo in ambito agrifood». Non si può e non si deve tornare indietro, si deve incrementare la cooperazione regionale euromediterranea. Innovazione e tecnologia sono alleati preziosi per migliorare le tecniche di coltivazione, il risparmio idrico, la protezione dell’ambiente e l’approvvigionamento alimentare. Il cambio di scenario si sta realizzando anche grazie alla nascita di numerose startup nate nel campo dell’agrifood, guidate da giovani agricoltori sono all’avanguardia nelle tecniche di coltivazione, conservazione e distribuzione dei prodotti.
La grave recessione economica porterà alla perdita di molti posti di lavoro, quindi va ripensata anche la catena del sistema agroalimentare. Tuttavia Jamie Morrison, Strategic Programme Leader della FAO, ritiene che da ogni crisi possano nascere delle opportunità: in questo caso è l’occasione per generare trasformazioni necessarie per rendere sostenibile il nostro sistema agroalimentare. Tutti gli attori coinvolti sono chiamati a collaborare come non hanno mai fatto prima, un radicale punto di svolta verso la sostenibilità.
Come ha spiegato Arianna Giuliodori, segretaria generale di World Farmer’s Organisation, il paradosso del Covid-19 è che i produttori di cibo si sono impoveriti, e la prospettiva di una seconda ondata pandemica fa prevedere un aumento esponenziale di nuovi poveri. L’emergenza ha colto gli agricoltori nel mezzo della produzione, mettendoli nell’impossibilità di avviare i raccolti e di impostare le nuove colture. Pertanto è urgente provvedere aiuti finanziari per gli agricoltori affinché la produzione agricola, e quindi l’approvvigionamento, possano continuare. La nota positiva di questa grave situazione è che il comparto agroalimentare è al centro del dibattito pubblico come mai era successo prima. Gli agricoltori devono essere il cuore del sistema agroalimentare, devono avere garantite condizioni dignitose di vita e di lavoro. L’innovazione è la chiave per un nuovo e più razionale approccio all’agricoltura che renda resiliente l’intera filiera.