Le cavallette potrebbero raggiungere anche le città, colpendo orti e giardini
(Rinnovabili.it) – Già in crisi a causa dell’epidemia Covid-19 e della conseguente interruzione del lavoro, l’agricoltura italiana si trova oggi di fronte ad una nuova minaccia. L’allarme arriva direttamente da Coldiretti: “Dopo i danni dell’emergenza Coronavirus a livello nazionale e la paura causata dal sisma a Roma – si legge nel comunicato diffuso dall’Associazione – adesso arriva anche l’invasione di milioni di cavallette che stanno devastando ettari ed ettari di terreno in Sardegna nella provincia di Nuoro”.
Il rischio è concreto ed i danni potenzialmente enormi: “una marea di famelici insetti – spiega Coldiretti – assediano le case e fanno strage di pascoli e raccolti divorando foraggio, grano, erba medica e quanto trovano sulla loro strada”. Non solo: in quanto polifaghe, le cavallette potrebbero abbandonare i campi per raggiungere le città e colpire orti e giardini.
La causa va rintracciata negli effetti dei nuovi stravolgimenti climatici. La comparsa dell’orda devastatrice è stata favorita dall’inverno mite e dalla scarsità di pioggia, con precipitazioni praticamente dimezzate ed un 2020 che si classifica come il più caldo dal 1800, con temperature superiori di 1,52 gradi rispetto alla media.
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Quello che sta accadendo oggi in Sardegna è più o meno quanto successo a fine gennaio in Etiopia, Kenya e Somalia. Evidenziando la gravità del fenomeno, la stessa FAO avvertiva della possibilità che gli sciami, aiutati dalle favorevoli condizioni meteorologiche ed in grado di percorrere fino a 150 km al giorno, potessero presto diffondersi in altre regioni. Parallelamente, se n’è registrato un esponenziale aumento anche in Egitto, Eritrea, Arabia Saudita, Sudan e Yemen.
Tornando in Italia, la situazione del comparto agroalimentare è tutt’altro che rassicurante.
In soli due mesi, a causa del lockdown e della chiusura dei ristoranti, il settore ha perso 1,5 miliardi di euro e la crisi del commercio s’è trasferita a cascata sulla produzione, con 6 aziende su 10 (58%) che hanno registrato una diminuzione dell’attività. In gioco, spiega la stessa Coldiretti, c’è una filiera che vale circa 538 miliardi di euro e che offre lavoro a 3,6 milioni di persone, coinvolgendo 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia.
Coronavirus a parte, a preoccupare l’Associazione è in particolare la siccità riscontrata in molte regioni. Al nord, il Po si presentava settimane fa come nel mese di agosto e i grandi laghi mostrano percentuali di riempimento anomale e preoccupanti; nel mezzogiorno, gli invasi di Puglia e Basilicata contano quest’anno su 122 e 102 milioni di metri cubi in meno rispetto allo scorso anno e in Sicilia mancano all’appello circa 62 milioni di metri cubi d’acqua.
“L’andamento anomalo delle precipitazioni – spiega Coldiretti – conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. La siccità è diventata l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura con i fenomeni estremi che hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio”.
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