I giovani chiedono di sedere ai tavoli dove si decidono le politiche agroalimentari e si aspettano che le loro istanze siano ascoltate. Le scelte di oggi avranno un impatto nel futuro, è indispensabile che sappiano guardare avanti
Chi guiderà il cambiamento?
I giovani di oggi vivranno nel mondo di domani. Un mondo che vive una forte crisi ambientale che rischia di compromettere la salute del Pianeta e dei suoi abitanti. I sistemi alimentari sono una delle cause della crisi ambientale, ma possono essere anche una delle soluzioni possibili.
I giovani saranno in grado di trasformare i sistemi alimentari mantenendo il giusto equilibrio per coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale?
Equità intergenerazionale
È anche una questione di equità intergenerazionale: non possiamo gettare sulle loro spalle il peso degli errori di intere generazioni.
Conflitti, shock economici e calamità naturali legate al cambiamento climatico hanno aggravato la debolezza dei sistemi alimentari più fragili: più di 800 milioni di persone, nel mondo, non hanno avuto accesso a un’alimentazione adeguata o hanno sofferto la fame.
I sistemi alimentari generano circa il 36% delle emissioni di gas serra, ma la popolazione mondiale aumenta e per nutrirla dovrà aumentare la produzione di cibo. Come uscire da questa spirale pericolosa?
I giovani chiedono di sedere ai tavoli dove si decidono le politiche agroalimentari e si aspettano che le loro istanze siano ascoltate. All’ultimo vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite hanno partecipato 66mila giovani. In questi summit si sviluppano le politiche per il futuro dei sistemi alimentari, e le scelte di oggi avranno un impatto nel futuro: è ragionevole pensare che sappiano guardare avanti?
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Giovani, non solo consumatori ma anche produttori di cibo
Oggi i giovani rappresentano il 16% della popolazione mondiale. Non agire sulle crisi climatiche comporta l’incremento di eventi meteo estremi, la crisi idrica e dei sistemi alimentari, l’aumento della fame e della malnutrizione, migrazioni e conflitti. Serve quindi un’azione integrata che abbracci aspetti diversi – alimentazione, salute, clima, natura – che sono tra loro collegati.
Come sempre, c’è anche da guardare un bicchiere mezzo pieno. I giovani sono produttori di cibo: l’agricoltura è il loro maggiore datore di lavoro a livello globale. Renderli consapevoli significa lasciare spazio a innovatori responsabili che creano sistemi alimentari nutrienti e sostenibili.
Serve quindi eliminare le barriere che impediscono ai giovani di guidare il cambiamento: formazione, accesso alla terra, salari equi.
Anche l’informazione è fondamentale per guidare una produzione e un consumo più sani e sostenibili. Il diritto al cibo è un diritto umano, ed è legato al diritto alla salute: le diete scorrette aumentano il rischio di malattie non trasmissibili, che ogni anno causano milioni di morti. Per questo i giovani informati sapranno fare scelte sane per la salute e per l’ambiente.