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Salmone, allevamento in chiave green dall’Università di Trento

Salmone, allevamento in chiave green dall'Università di Trento
via depositphotos.com

L’ateneo ha vinto un progetto EIT Food per l’allevamento sostenibile del salmone

di Isabella Ceccarini

Un’interessante collaborazione internazionale per rendere sostenibile l’allevamento del salmone. L’Università di Trento, uno degli atenei italiani più spinti verso l’innovazione, ha vinto un progetto EIT Food “Sustainable Aquaculture” con una tecnica di nuova concezione per la purificazione dell’acqua basata sulla luce.

L’Ateneo trentino ha vinto il progetto in collaborazione con Hub Innovazione Trentino, l’ente per il trasferimento tecnologico dalla ricerca al mercato e catalizzatore di innovazione sul territorio che promuoverà i risultati del progetto.

Un progetto innovativo tutto italiano

La scelta di condurre la sperimentazione sul salmone scozzese anziché su un salmonide autoctono, come la trota o il salmerino, è dovuta al fatto che attualmente la produzione del salmone è la più importante su scala mondiale. I risultati della ricerca saranno comunque rilevanti anche per le produzioni del territorio.

La prima applicazione del progetto italiano avverrà a Dunkeld, in Scozia. La FishFrom Ltd – un’azienda da tempo aperta alle tecnologie innovative per rendere minimo l’impatto ambientale e massimo il benessere animale – impiegherà la nuova tecnologia per tenere pulite le vasche di allevamento dei salmoni e distruggere, grazie alle proprietà della luce, le sostanze inquinanti che si formano nell’acqua di allevamento.

Francesco Parrino, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria industriale esperto di fotocatalisi, ha sviluppato la tecnologia basata su luce e ozono (ozonizzazione fotocatalitica) che ha costi e impatto ambientale molto bassi.

I vantaggi della fotocatalisi per l’acquacoltura sostenibile sono stati pubblicati nell’articolo Photocatalytic ozonation for a sustainable aquaculture: A long-term test in a seawater aquarium firmato da Francesco Parrino, Giovanni Camera-Roda (Università di Bologna), Vittorio Loddo e Leonardo Palmisano (Università di Palermo) uscito sulla rivista “Applied Catalysis B: Environmental”.

Spiega Parrino che «alla base c’è la proprietà della luce di attivare un semiconduttore che a sua volta innesca una serie di reazioni radicaliche che portano non solo alla completa degradazione di sostanze inquinanti ma anche all’inattivazione di agenti patogeni quali virus e batteri. Dallo studio emerge che il sistema di ozonizzazione fotocatalitica per la purificazione dell’acqua è un ottimo alleato per sviluppare un’acquacoltura sostenibile in impianti a terra, con sistemi a ricircolo continuo. In tal modo si salvaguardano gli ecosistemi idrici naturali fluviali e marini, attualmente minacciati da allevamenti intensivi ad alto impatto ambientale e che fanno largo uso di antibiotici».

Acquacoltura sostenibile, benessere dei salmoni e qualità nutrizionali

L’allevamento del salmone in acque pulite migliorerà il benessere dei pesci nonché la qualità nutrizionale e organolettica del prodotto. Di questo aspetto si occupa il gruppo di ricerca di Annachiara Berardinelli, ricercatrice che afferisce sia al Centro Agricoltura Alimenti Ambiente sia al Dipartimento di Ingegneria industriale. La ricerca intende mettere a punto sensori rapidi e non distruttivi per la valutazione in tempo reale del benessere dei salmoni e per la stima dei principali indici qualitativi del prodotto.

Il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale guidato da Francesca Forno interviene nella parte finale del progetto, che prevede uno studio del comportamento d’acquisto dei consumatori e della loro consapevolezza di fare una scelta responsabile per l’ambiente e la salute.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Bologna guidato dal prof. Alessio Bonaldo si occuperà di applicare la tecnologia di ozonizzazione fotocatalitica su orate e branzini.

Lo sviluppo dell’acquacoltura in chiave green passa da modelli di nuova concezione per il ricambio e la purificazione dell’acqua (Recirculating Aquaculture Systems or RAS), spiega Francesco Parrino: «Il consumo delle risorse ittiche marine è tale che l’Europa sta puntando sul potenziamento dell’acquacoltura. Ci si attende che nei prossimi 15 anni la richiesta di prodotti ittici di allevamento cresca enormemente e quindi è necessario migliorare il nostro sistema produttivo nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. La tecnologia sviluppata dall’Università di Trento aiuta la produzione di pesce sostenibile perché riduce i costi e aumenta la sicurezza del cibo. Il nostro studio ha inoltre dimostrato che la tecnologia sviluppata non va ad alterare e anzi migliora i parametri di qualità dell’acqua».

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