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Roma Innovation Hub: i Tecnologi alimentari combattono frodi e sprechi con ricerca e innovazione

Il tecnologo alimentare Vincenzo Tiscia

(Rinnovabili.it) – La Convention Nazionale delle Professioni Tecniche che si è svolto in occasione di Roma Innovation Hub 2024 ha individuato in sei Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite i temi che hanno animato il confronto tra i rappresentanti degli Ordini professionali, le aziende, le istituzioni e la società. I focus di Roma Innovation Hub sono stati Istruzione di qualità (Goal 4), Parità di genere (Goal 5), Energia pulita e accessibile (Goal 7), Città e comunità sostenibili (Goal 11), Consumo e produzione responsabili (Goal 12) e Lotta al cambiamento climatico (Goal 13). Abbiamo chiesto a Vincenzo Tiscia, dell’Ordine dei Tecnologi alimentari di Campania e Lazio, quale è il ruolo dei Tecnologi alimentari in questo percorso di cambiamento.

L’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 incoraggia a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne e delle ragazze. A che punto è l’Ordine dei Tecnologi alimentari?

Purtroppo in tutti i settori siamo ancora lontani dal raggiungere la parità di genere. L’inclusione è un tema a cui siamo molto sensibili. Cerchiamo di combattere ogni forma di sfruttamento: penso ad esempio a quello in campo agricolo. Molte volte il tecnologo, oltre a competenze strettamente tecniche, svolge anche ruoli manageriali nel settore agroalimentare, quindi è chiamato a gestire il lavoro delle persone e le tematiche relative all’inclusione.

Nell’ambito dei temi al centro di Roma Innovation Hub 2024 quale sarà, ad esempio, il vostro ruolo nel raggiungimento del Goal 12? I tecnologi alimentari possono avere una funzione positiva?

Certamente. Se parliamo delle nostre competenze, siamo quelli che “costruiscono” i prodotti alimentari, quindi parliamo di ricerca e sviluppo di prodotti, anche innovativi. Ci occupiamo anche di progettazione di impianti produttivi legati alla realizzazione di un determinato prodotto e di disegno igienico degli impianti. Quindi sono tutti aspetti strettamente correlati a queste responsabilità. Oggi abbiamo il dovere di progettare e sviluppare tutto ciò che possa ridurre l’impatto ambientale.

La nostra mission è proprio quella di ridurre sprechi di risorse e immissione di gas climalteranti in atmosfera. Questi obiettivi ambientali, insieme a quello di una sana alimentazione, fanno parte del nostro DNA.

In che modo intervenite sulla riduzione degli sprechi?

Possiamo farlo in tre maniere. La parte più semplice è prendere qualcosa che viene scartato e riutilizzarlo in altro modo, quindi il recupero dello scarto. Ad esempio, gli scarti delle conserve alimentari o bucce delle mele vengono riutilizzati come substrato delle fermentazioni da usare nell’industria della panificazione. Oppure andiamo a monte, ovvero nella progettazione di alimenti che non creino spreco. Poi facciamo in modo di evitare che ci siano scarti all’interno dei processi produttivi delle aziende. In sintesi, evitare scarti grazie alla corretta progettazione del prodotto e alla corretta gestione e dimensionamento dell’impianto.

Un altro tema molto caldo è quello del packaging alimentare, per cui si cercano soluzioni meno inquinanti.

Il tecnologo progetta anche l’imballaggio. Quando parliamo di prodotto non si tratta solo della ricetta del prodotto – ovvero mettere insieme componenti che diano un prodotto igienicamente sicuro per chi lo utilizza e sicuro dal punto di vista alimentare – ma anche di qualcosa che non immetta nell’ambiente elementi dannosi. Pertanto progettiamo il giusto packaging per un determinato prodotto cercando soluzioni che siano il più possibile sostenibili. Oggi si stanno sviluppando anche packaging intelligenti per preservare le caratteristiche dei prodotti e prolungare la shelf life.

Sul fronte della sicurezza alimentare i Tecnologi alimentari sono sul podio.

Sì, siamo proprio in prima fila. Purtroppo il tema delle frodi è molto importante oggi. Con la globalizzazione e i mercati aperti le merci arrivano da tutto il mondo: purtroppo, quando prevalgono gli aspetti più strettamente di business cresce il rischio di frodi. Il nostro ruolo in questo caso è cercare di intercettare le pratiche non corrette, in quanto il tecnologo è anche deputato ai controlli. Il tecnologo alimentare è, in un certo senso, il “medico” dell’alimento: anche un tecnologo sarebbe in grado di creare delle frodi, ma qui entra in gioco l’aspetto deontologico.

Cosa vuol dire per i Tecnologi alimentari partecipare a Roma Innovation Hub 2024?

Il nostro primo obiettivo è la condivisione, confrontarsi in uno scenario molto complicato dal punto di vista ambientale e sociale. Quindi condividere per stimolare un cambiamento.

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