Rinnovabili • Riforma Pac: la mediazione di Timmermans non piace alla Germania

Terremoto sulla riforma Pac, schiaffo della Germania alla Commissione

Durissimo attacco della ministra dell’Agricoltura tedesca, che parla per i Ventisette, all’esecutivo europeo: non tirateci per la giacchetta, i legislatori siamo noi. La Commissione preme per una Pac più verde

Riforma Pac: la mediazione di Timmermans non piace alla Germania
La ministra tedesca dell’Agricoltura Julia Klöckner con il Commissario UE all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski. Credits: German presidency of the Council of the EU 2020 | via Flickr | CC BY-NC-ND 2.0

Timmermans non è un “onesto mediatore” sulla riforma Pac

(Rinnovabili.it) – Ha un atteggiamento che “mette a repentaglio la fiducia” del Consiglio nella Commissione. Perché non si comporta da “onesto mediatore”. Parole affilate quelle che la ministra dell’Agricoltura tedesca, Julia Klöckner, sbatte in faccia a Frans Timmermans, vicepresidente dell’esecutivo europeo e grande tessitore della riforma Pac.

La nuova politica agricola comune è congelata dopo che i negoziati sulla Pac di fine maggio sono falliti. Dire che le posizioni di Parlamento e Consiglio sono ancora troppo distanti è un eufemismo. L’ultimo atto è rivelatore. L’assemblea ha rispedito al mittente una proposta dei Ventisette che era ancora meno ambiziosa sul fronte degli ecoschemi, del tetto massimo ai sussidi per azienda, e sulla condizionalità sociale, di quella precedente.

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Come due placche continentali che scorrono in direzioni diverse, Parlamento e Consiglio faticano a trovare un’intesa. E con la faglia che si allarga, le frizioni lasciano il campo a veri e propri terremoti. Come la dichiarazione di Klöckner.

“Tutti i ministri, indipendentemente da quale partito o paese provengano, hanno l’impressione che il comportamento del commissario Timmermans stia mettendo a repentaglio la fiducia nella Commissione nella sua funzione di onesto mediatore”, recita la nota della ministra, che è l’architetto della posizione comune tra i 27 paesi membri raggiunta lo scorso ottobre.

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Klöckner si lamenta dell’insistenza di Timmermans, che ha anche la delega sul clima ed è un po’ il mastino del Green Deal per l’esecutivo UE. Quale sia l’origine del misfatto non lo sappiamo, ma il vicepresidente ha detto in pubblico che si aspetta una riforma Pac più verde di quella in discussione adesso e che per arrivare a un compromesso tutte le parti devono cedere qualcosa. Notazione che appare scontata ma che, di fronte a un Consiglio che sulla nuova politica agricola comune ascolta solo le posizioni dell’agribusiness, ha un suono quasi rivoluzionario.

Tutto questo incrina ancora di più le prospettive di un accordo a breve, visto che è la Commissione ad avere un ruolo di mediazione nel trilogo con Parlamento e Consiglio. Dietro le quinte, l’esecutivo UE fa fatica a mandar giù questo boccone. E risponde piccato a Klöckner per bocca di un funzionario – rigorosamente anonimo – che confida a Politico: “È difficile negoziare un accordo quando una delle parti fa marcia indietro sulla propria posizione. Scagliarsi contro la Commissione, che sta mettendo sul tavolo dei compromessi reali, sembra un po’ irrilevante in questa fase. Ma noi siamo sempre felici di discuterne a pranzo.