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I piccoli agricoltori lanciano l’allarme sulla riforma della Pac

Le piccole imprese agricole sono ancora il perno dell’agricoltura europea. Ma la riforma della politica agricola comune non le prende abbastanza a modello, né le tutela. Tra i firmatari anche Slow Food Europe e USB, oltre ad alcune decine di accademici

Riforma della Pac: la voce dei piccoli agricoltori
Foto di Thomas Mühl da Pixabay

La lettera alla Commissione di 60 associazioni chiede un cambio di passo sulla riforma della Pac

(Rinnovabili.it) – Nella politica agricola comune ci sono stati “errori e sviste” che hanno “messo al muro” le piccole aziende agricole, schiacciate dall’affermazione di un’agricoltura industriale che “ha continuato a ricevere fondi europei”. Il commissario europeo all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, riconosce che “qualcosa è andato storto” e che quindi bisogna “invertire questo processo in qualche modo” con la riforma della Pac.

I numeri parlano chiaro. Come riporta Euractiv, parlando all’ultima riunione del comitato congiunto AGRI-PETI, Wojciechowski ha ricordato che tra il 2005 e il 2014 sono circa 4 milioni le piccole aziende agricole che hanno chiuso i battenti in Europa. Le stesse cifre le aveva snocciolate nel 2019 durante l’audizione di conferma all’europarlamento. Ma la direzione in cui sta andando la riforma della Pac non convince chi si fa portabandiera proprio dei piccoli agricoltori.

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In una lettera alla Commissione in occasione della Giornata internazionale delle lotte contadine del 17 aprile, più di 60 tra associazioni di agricoltori e ong chiedono a Bruxelles di correggere la rotta per salvaguardare le piccole aziende agricole, sottolineando “il ruolo chiave dei piccoli e medi agricoltori nella risoluzione delle attuali crisi sociali, ambientali e alimentari a diverse scale e livelli”.

I firmatari ricordano che nonostante la moria di aziende, il 97% delle imprese agricole europee ha ancora una superficie di terra inferiore ai 100 ettari e che due terzi ne coltivano meno di 5 ettari. Per tutelarle, chiedono l’inclusione della condizionalità sociale nella riforma della Pac (garanzie sui diritti dei lavoratori agricoli), e una distribuzione dei sussidi più equa attraverso la ridefinizione degli ecoschemi.

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“Le misure di regolamentazione del mercato sono essenziali per ottenere prezzi che coprano i costi di una produzione sana e sostenibile e le sovvenzioni della Pac non dovrebbero essere distribuite sulla base degli ettari, ma piuttosto sul lavoro effettivo degli agricoltori”, si legge nella lettera. “Gli strumenti di pagamento massimale e ridistributivo per le sovvenzioni devono essere vincolanti e garantire questa distribuzione più equa”.

Le associazioni toccano poi altri punti cardine per raddrizzare il sistema alimentare europeo, che non trovano adeguato spazio nella nuova politica agricola comune. Dal ruolo dell’agroecologia – presente, ma tangenziale rispetto ad altri capitoli – a più sforzi per garantire il ricambio generazionale, passando per la denuncia di trattati sul commercio internazionale che impongono condizioni strutturalmente avverse alla sopravvivenza delle piccole aziende agricole.