Rinnovabili • Riforma della PAC: i diritti dei lavoratori spaccano i negoziati

Riforma della PAC: i diritti dei lavoratori spaccano i negoziati

L’emendamento introdotto dall’europarlamento a ottobre 2020 non piace ai ministri competenti, soprattutto a est. Prevede multe per le aziende che non rispettano i diritti dei lavoratori

Riforma della PAC: i diritti dei lavoratori spaccano i negoziati
via depositphotos.com

I ministri UE stanno bloccando la riforma della PAC sul tema della condizionalità sociale

(Rinnovabili.it) – Ancora un ostacolo sulla strada della riforma della PAC. Mentre procede il ‘trilogo’ fra Commissione, europarlamento e Consiglio, i ministri europei fanno sapere di non vedere di buon occhio la misura della condizionalità sociale, introdotta come obbligatoria da un emendamento del parlamento.

In cosa consiste la ‘condizionalità sociale’? Con questo termine, l’assemblea di Strasburgo fa riferimento a delle penalità da comminare alle aziende che non rispettano il diritto del lavoro. L’europarlamento con questa mossa ha cercato di toccare un tema cruciale che riguarda sia la protezione dei diritti dei lavoratori sia fenomeni come il caporalato. Se le aziende non rispecchiano gli standard in materia, il loro accesso ai sussidi sarebbe limitato.

Leggi anche Così le lobby divorano la Farm to Fork

Soluzione che non piace affatto ai ministri dell’Agricoltura di alcuni paesi europei, come riporta il portale Euractiv. Il ceco Miroslav Toman ne farebbe una questione di tempi: bisogna fare in fretta e non si può perder giorni e settimane a discutere come introdurre queste modifiche volute da Strasburgo. I suoi omologhi di Croazia e Romania battono invece il tasto della ‘semplicità’, meglio non appesantire le aziende di “fardelli burocratici” aggiuntivi.

Una linea, quest’ultima, su cui si schiera anche COPA-COGECA che cura gli interessi dell’agribusiness a livello UE. Secondo quanto dichiarato a Euractiv dal policy chief del sindacato, Paulo Goveia, “la condizionalità sociale non dovrebbe essere legata ai diritti del lavoro e/o ai salari”, e questo perché questi temi “sono già stabiliti a livello nazionale”. La condizionalità sociale, quindi, costringerebbe i datori di lavoro a un lavoro extra per produrre la documentazione richiesta dall’UE.

Leggi anche La Commissione ci ripensa e prova a salvare la riforma della PAC

Di idee diametralmente opposte sia l’Effat, la Federazione europea dei sindacati alimentari, agricoli e del turismo, sia il coordinamento europeo della Via Campesina. Ma anche il gruppo S&D tramite il relatore per la riforma della PAC Paolo De Castro.

Che affida a Twitter un appello alla presidenza di turno portoghese: “Dopo tutto ciò che i lavoratori dell’agroalimentare hanno fatto durante la pandemia per portare il cibo sulle nostre tavole, non possiamo accettare che gli imprenditori che non rispettano i diritti dei lavoratori continuino a ricevere finanziamenti pubblici. La condizionalità sociale deve diventare una spina dorsale del #FutureOfCAP”.