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La Commissione ci ripensa e prova a salvare la riforma della PAC

La politica agricola comune pesa 1/3 del bilancio Ue. L’ultimo passaggio per approvare la riforma è il negoziato con il Consiglio. Ma l’esecutivo non vuole accordi al ribasso

riforma della PAC
CC-BY-4.0: © European Union 2019 – Source: EP

L’europarlamento ha diluito molto la riforma della PAC

(Rinnovabili.it) – La Commissione europea prova a sbattere il pugno sul tavolo e salvare la politica agricola comune. La riforma della PAC rischia di non essere allineata con il Green Deal e con le ambizioni climatiche dell’Ue. E così il vice presidente dell’esecutivo europeo Frans Timmermans minaccia di far saltare il banco: se il testo finale non convince, ritireremo la proposta e bloccheremo tutto.

Il 23 ottobre l’europarlamento ha licenziato una versione riveduta e corretta della politica agricola comune. Ma la riforma della PAC modificata da Strasburgo è una versione stravolta rispetto alla proposta originaria della Commissione. I deputati hanno indebolito tutti quei meccanismi – come gli ecoschemi – che avrebbero assicurato che le risorse sarebbero state spese davvero secondo criteri di rispetto dell’ambiente e dando priorità alla tutela della biodiversità.

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La riforma della PAC è centrale per mettere le politiche climatiche dell’Ue sui giusti binari. Tanto più che pesa molto, circa un terzo del budget settennale messo sul tavolo dai Ventisette, qualcosa come 350 miliardi di euro. Una riforma poco ambiziosa può indebolire anche altre politiche comunitarie, a partire dalla strategia Farm to Fork.

Per questo, le ong e i deputati che hanno votato contro il nuovo testo avevano subito chiesto alla Commissione di ritirare la sua proposta. Una mossa del genere avrebbe bloccato tutto l’iter, dando un segnale forte e tracciando una seria linea rossa oltre la quale l’esecutivo non accetta compromessi al ribasso di sorta.

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Suggerimento dapprima rifiutato da Bruxelles. La scorsa settimana la presidente della Commissione Ursula von der Leyen l’aveva messo nero su bianco: sono fiduciosa che nell’ultimo passaggio del testo, i negoziati con il Consiglio, si rimedierà ai punti deboli del testo uscito dal parlamento, aveva scritto in una lettera ai Greens. Di ritirare la proposta nemmeno a parlarne.

A sorpresa, invece, fa irruzione sulla scena Timmermans. Che con la sua dichiarazione riapre i giochi e fa capire che i negoziati dovranno essere tutt’altro che una mera formalità. E che i rilievi della Commissione dovranno essere presi sul serio. Un portavoce si è affrettato a limare i troppi spigoli della dichiarazione di Timmermans ma ormai il messaggio era passato. Anche se resta improbabile che Bruxelles decida davvero di bloccare i negoziati e ritirare la proposta, la semplice minaccia di farlo dà alla Commissione più peso nella discussione.