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L’Italia fa ostruzionismo sui target UE di riduzione pesticidi

Riduzione pesticidi UE: i 27 scettici su target -50%
Foto di Erich Westendarp da Pixabay

Per il governo italiano gli obiettivi della proposta UE su riduzione pesticidi sono “irrealistici”

(Rinnovabili.it) – Usare meno pesticidi nell’agricoltura europea non crea nessun problema di sicurezza alimentare. Lo ha confermato la nuova valutazione di impatto preparata dalla Commissione UE su richiesta dei Ventisette, tra cui molti sono restii ad approvare il nuovo regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR). Ma la riduzione dei pesticidi è un’opzione che continua a incontrare molte resistenze in Europa. Anche e soprattutto in Italia.

L’esecutivo UE aveva presentato la proposta per dimezzare l’uso di pesticidi in Europa entro il 2030, con obiettivi vincolanti per gli stati, a giugno 2022. Ma i Ventisette avevano provato a prendere tempo chiedendo una nuova valutazione dell’impatto visto che quella usata per scrivere i target del regolamento risaliva a prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Le conclusioni a cui arriva il nuovo studio non cambiano.

La riduzione dei pesticidi, sostiene, non danneggerà in alcun modo la sicurezza alimentare dell’Europa, anche tenendo conto degli “impatti negativi a breve termine” nelle catene globali innescati dalla guerra. Al contrario, sottolinea la valutazione, “qualsiasi mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei pesticidi ora avrà effetti a lungo termine e potenzialmente irreversibili sulla nostra sicurezza alimentare in futuro”. Nel lungo termine “il costo di non agire sarà molto più alto di quello dell’agire”, ha sintetizzato la commissaria alla Sicurezza alimentare Stella Kyriakides presentando lo studio ai ministri UE.

Italia contraria ai target riduzione pesticidi

Molti paesi UE, Italia inclusa, continuano però a muovere forti critiche alla proposta di regolamento sulla riduzione pesticidi e sul modo in cui sono state condotte le valutazioni d’impatto. Uno dei punti chiave è la definizione di aree sensibili, cioè quelle su cui verrebbe introdotto il divieto totale di usare prodotti fitosanitari. “È importante notare che per gli obiettivi di riduzione e il loro impatto sulle aree sensibili, abbiamo bisogno di studi e dati sempre più conclusivi al fine di prendere davvero decisioni su un impatto quantitativo”, ha affermato l’austriaco Gregor Schusterschitz, mentre Olanda, Danimarca, Croazia ed Estonia chiedono di rivedere (cioè restringere) la definizione.

Per l’Italia i target di riduzione “non sono assolutamente realistici”, ha accusato il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, “soprattutto se consideriamo che il regolamento sulle nuove ibridazioni genomiche non sarà attuato prima del 2026”, ha aggiunto riferendosi alla proposta UE sulle nuove tecniche di editing del genoma.

“Non esiste alcun dato che possa giustificare l’attribuzione di obiettivi differenziati tra Stati membri, senza rischiare di falsare le condizioni di concorrenza all’interno dell’Ue. Occorrono più elementi per avere la certezza che sia garantita la libera concorrenza e non sia messa a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti agroalimentari”, ha aggiunto D’Eramo, rifiutando quindi le conclusioni del supplemento di valutazione d’impatto. Preoccupazioni condivise dalla delegazione dell’Ungheria, della Polonia, della Repubblica Ceca, della Slovacchia e della Finlandia.

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