La proposta sulla revisione dei pesticidi è in linea con gli obiettivi del Green Deal
(Rinnovabili.it) – Obiettivi vincolanti sulla riduzione dei pesticidi. Validi a livello comunitario. Anche se con flessibilità per i singoli Stati membri. La Commissione europea avrebbe intenzione di tener fede alle promesse e di allineare al Green Deal e alla Farm to Fork (F2F) la direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Rafforzando così, anche se in modo indiretto, altri provvedimenti come la politica agricola comune, la strategia per la biodiversità e quella sulla qualità del suolo.
La F2F conteneva già il target di riduzione dei pesticidi della metà. Ma il modo in cui Bruxelles decide di raggiungerlo è l’aspetto più importante, che può assicurare che venga centrato. Secondo le anticipazioni raccolte da Euractiv, la revisione della direttiva (in pubblicazione a fine marzo) prevede un compromesso tra il rigore massimo – chiesto da molte associazioni ambientaliste – e il liberi tutti su cui con ogni probabilità si attesta il Consiglio.
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In buona sostanza, l’obiettivo del -50% è legalmente vincolante, ma solo come media tra i risultati ottenuti dai Ventisette. Ogni paese è libero di fissare i propri obiettivi, rispettando però certi parametri. Il target non può essere inferiore al 45%, a meno che non si dimostrino esigenze specifiche dovute all’emergere di nuovi parassiti. Anche in questo caso, il target non può scendere sotto il 25%.
Ogni Stato dovrà fissare un obiettivo nazionale per i prodotti chimici per la protezione delle piante (PPPs) e uno per PPPs più pericolosi. Queste cifre, insieme al piano d’azione per raggiungere la riduzione dei pesticidi indicata, passa quindi al vaglio della Commissione. Che può richiedere target più elevati se le motivazioni addotte dal paese membro non sono abbastanza convincenti. Tuttavia, questa richiesta non deve per forza essere accolta.
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Infine, la revisione della direttiva stabilisce che è proibito l’usi di tutti i pesticidi chimici in aree sensibili come parchi o giardini pubblici, in aree verdi urbane, così come in tutte le aree utilizzate prevalentemente da gruppi vulnerabili.