Come trasformare i sistemi alimentari perché diventino meno inquinanti? Uno studio dimostra che è difficile ma non impossibile. Serve un approccio olistico che coinvolga produttori e consumatori, ma soprattutto la chiave della sostenibilità è nella tecnologia
Cambiare dieta non basta, la chiave è nella tecnologia
I sistemi alimentari sono tra i grandi imputati delle emissioni di gas climalteranti (responsabili per circa un terzo), per questo svolgono un ruolo importante per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti.
Molte sono le ipotesi formulate per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, che nel caso dei sistemi alimentari rappresentano contemporaneamente la causa e l’effetto di un problema di portata globale, e molte sono le parti che possono contribuire a risolverlo: produttori, consumatori, agricoltori, innovazione tecnologica.
Un gruppo di ricerca internazionale guidato da Maya Almaraz dell’Università di Princeton e Benjamin Houlton della Cornell University ha pubblicato uno studio (Model-based scenarios for achieving net negative emissions in the food system, pubblicato in “Plos Climate”) in cui ipotizzano che, con opportune azioni, si potrebbe giungere addirittura a emissioni negative.
Leggi anche Innovazione, agricoltura e giovani: un triangolo vincente
Trasformare sistemi alimentari e comportamenti
Gli studiosi analizzano una serie di scenari basati sulle richieste nutrizionali di una popolazione di circa 10 miliardi di persone (quante si stima che il Pianeta ne dovrà sfamare entro il 2050). In questa condizione, la trasformazione dei sistemi alimentari presupporrebbe un cambiamento radicale per quanto riguarda i comportamenti delle persone e la gestione della produzione.
Un quadro complesso proprio perché globale: nelle varie aree del mondo culture, condizioni e stili di vita sono profondamente diversi.
Sicuramente la tecnologia gioca la parte del leone, come abbiamo spesso sottolineato in queste pagine, per rendere i sistemi agricoli e zootecnici più razionali e sostenibili: ricordiamo il minore uso di fertilizzanti e pesticidi, il minore spreco di suolo e il risparmio nell’uso dell’acqua. Ma non possiamo dimenticare l’agroforestazione, la pesca sostenibile, le tecniche agricole naturali.
Leggi anche Sicurezza alimentare e cambiamento climatico, la soluzione è nelle nuove tecnologie?
Approccio olistico
Anche le persone, adottando regimi alimentari ispirati alla dieta mediterranea (quindi più consumo di vegetali e meno carne), possono dare un contributo importante alla decarbonizzazione.
Il calcolo dei ricercatori si propone di bilanciare le risorse del Pianeta con la necessità di sfamare sempre più persone riducendo nello stesso tempo le emissioni di gas serra. Ritengono, ragionevolmente, che sistemi alimentari più inquinanti metteranno a rischio le colture e di conseguenza la sicurezza alimentare, quindi devono essere il pilastro del cambiamento.
La trasformazione dei sistemi alimentari dipende da un mix di decisioni dei consumatori, implementazione della tecnologia, pratiche di gestione e politiche.
Ridurre le emissioni è possibile, ma si impone un cambiamento globale. Gli stessi ricercatori arrivano alla conclusione che serve un approccio olistico e che cambiare dieta non basta. Il nostro asso nella manica è la tecnologia.